venerdì 29 agosto 2014

La compagnia del Comune di Roma che rimborsa anche senza polizza

I premi non vengono pagati da anni. Ma se qualcuno viene investito la compagnia è pronta ad elargire sull’unghia un lauto risarcimento. Come è accaduto all’ex tronista Karim Capuano, che nell’aprile del 2011 è finito con la sua Smart contro un bus della Cotral e si è beccato un indennizzo di 1,2 milioni di euro.
L’impatto è stato devastante. E il povero Capuano (al di là dei sospetti sulla sua sobrietà al momento dell’incidente) si è fatto un mese di coma. Ma quale assicurazione onorerebbe una polizza non pagata? Una c’è. E il suo azionista di maggioranza si chiama Ignazio Marino. Stiamo parlando delle Assicurazioni di Roma (Adir), compagnia fondata nel 1971 per volontà del Comune di Roma e delle grandi aziende municipalizzate, Acea, Ama, Atac e Stefer. Il Campidoglio ama fare tutto in casa, dai servizi pubblici alla previdenza. Quindi, perché non metter su anche la propria assicurazione?

A quarant’anni di distanza nulla è cambiato, tranne qualche avvicendamento tra i soci. Il Campidoglio è il primo azionista con il 74,3%, poi ci sono Atac (13,5%) e Ama  (9%), entrambe controllate al 100% dal Comune di Roma, e Cotral (3,1%), società controllata dalla Regione Lazio e dalle Province di Roma, Rieti e Viterbo.
A scorrere il conto economico della società sembrerebbe tutto in regola. Anzi. L’Adir ha chiuso il 2013 con un risultato netto di 8,4 milioni rispetto ai 4,4 del 2012, con un incremento addirittura dell’89%. Quanto al patrimonio il Solvency ratio, indicatore fondamentale di solidità per una compagnia di assicurazione, è passato dal 277 al 353% (per avere un’idea quello delle Generali e al 152%).
Eppure, da quasi due anni la società del Comune è finita nel mirino dell’Ivass. Prima semplici controlli, poi richieste pressanti e circostanziate.Fino agli ultimatum arrivati qualche mese fa.

Il problema è che all’Adir si usa non pagare i premi. Dal momento che i clienti - la società copre con l’Rc Auto praticamente tutto il parco veicoli dei servizi pubblici della Capitale - sono anche i padroni dell’azienda, nessuno versa il corrispettivo delle polizze. L’abitudine, nel corso degli anni, è diventata un vizio. Stando al bilancio ufficiale l’esposizione debitoria dei soci al 31 dicembre 2013 ammontava a 42 milioni di euro rispetto ai 26 del 2012.
Un bomba ad orologeria di cui si è accorto persino il sindaco, che nel settembre del 2013 è entrato in rotta di collisione con l’azienda. Uno scontro che ha portato al rinnovo integrale del cda. A marzo di quest’anno, poi, il nuovo management ha anche messo alla porta il direttore generale Luigi Alker, colpito da due provvedimenti disciplinari per il maxi risarcimento a Capuano e per la concessione di un prestito senza titoli di 200mila euro all’ex presidente Marco Cardia.

Ma l’aria non è cambiata di molto. L’11 aprile l’Authority di controllo sulle assicurazioni è tornata all’attacco sostenendo che i crediti dell’Adir verso i soci ammontano complessivamente a 57 milioni (Atac 40,4; Cotral 13,2; Roma Capitale 2,4; Ama 1,1) e che tali crediti «presentano un notevole preoccupante incremento». Il problema è che i soldi, considerata le finanze traballanti dei soci, risultano in gran parte insegibili. E il potenziale buco, si legge nella nota dell’Ivass, ha già provocato «più volte il mancato rispetto delle norme relative alla copertura delle riserve tecniche», «esponendo codesta impresa a un rilevante rischio di liquidità».
Di qui la messa in mora scattata il 23 maggio, che potrebbe aprire la strada ad un commissariamento. L’Ivass ha dato 150 giorni di tempo alla compagnia per recuperare le somme o predisporre adeguati e credibili piani di rientro. Uno, a dire il vero, già c’è, con la Cotral, solo che è di durata quinquennale e la «situazione di difficoltà finanziaria» uscita dall’ultimo bilancio «potrebbe compromettere il rispetto delle scadenze concordate e, considerata l’assenza di garanzia, la perdita del credito».
Quanto all’Atac, nel bilancio dell’Adir si legge che per il piano di rientro sarà necessaria la definizione del nuovo contratto di servizio tra la società di trasporti e il Comune di Roma. Ma il Campidoglio è in bolletta e lo scorso giugno, proprio in considerazione della crisi finanziaria, si è limitato a prorogare il vecchio accordo fino a dicembre. Come aveva già fatto sei mesi prima.

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