domenica 23 novembre 2014

Del Monaco: "Renzi spenda i 22 miliardi Ue"

«Perché chiedere prestiti quando abbiamo i nostri fondi?». Per Andrea Del Monaco, esperto di fondi strutturali europei, già consulente del secondo governo Prodi, c’è qualcosa che non quadra. «Renzi e Padoan», spiega, «vogliono chiedere 90 miliardi a Juncker all’interno del ventilato piano da 300 miliardi. Si tratterebbe di un finanziamento della Bei. Non sarebbe meglio spendere prima i 22 miliardi avanzati dal ciclo 2007-2013 entro il 2015 e programmare bene i futuri 80 miliardi del ciclo 2014-2020 (44 miliardi Ue più il cofinanziamento nazionale)? Sono soldi dell’Italia e non sono in prestito».

In questo modo non rischiamo una procedura di infrazione?
«Il Fiscal Compact non è un mutuo. Se non paghiamo il prestito per acquistare la nostra abitazione la pignorano. Se non rispettiamo il 3% del deficit/Pil Bruxelles non può pignorarci il Colosseo. La sanzione più importante che potrebbe imporci è un deposito infruttifero presso la Bce costituito da due parti: una fissa, dello 0,2% del Pil, e una variabile, pari allo 0,1% del Pil per ogni punto (o frazione di punto) di sfondamento del 3%. Se sforiamo al 4% la multa vale meno di 5 miliardi. Meglio pagare che impiccarsi all’austerità».

Sotto il pressing della Ue, Delrio ha annunciato per Sicilia, Calabria e Campania il dimezzamento del cofinanziamento ai programmi 2014-2020. Quali saranno le conseguenze?
«Ai 16 miliardi FSE-FESR per le tre Regioni si sommerà un cofinanziamento nazionale di 8 miliardi invece di 16. La Calabria avrà 3.031 milioni europei: il suo cofinanziamento ridotto al 25% significherebbe un taglio di 1.515,5 milioni. La Campania perderà 3.162,5 milioni, la Sicilia 3.430,4. Se il dimezzamento si allargasse a Puglia e Basilicata il taglio al Sud arriverebbe a 11 miliardi».

E forse non saranno gli unici soldi persi. Quante risorse devono essere utilizzate entro il 2015 per non perdere 11 miliardi di cofinanziamento Ue?
«Sommando la dotazione dei programmi dei tre fondi (FSE-FESR-FEASR) del ciclo 2007-2013 l’Italia ha una dotazione di 64,5 miliardi di cui ha speso 42,1 miliardi al 31 ottobre 2014. Entro il 2015 deve spendere e certificare 22,4 miliardi. E 4 devono essere spesi entro il 2014».

Spesso si punta il dito sulle Regioni che non riescono ad impiegare i fondi. Anche il governo Renzi, però, al di là dei proclami non sembra aver fatto molto…
«Nel ciclo 2007-2013, al 31 ottobre 2014, il governo ha speso solo 6,94 miliardi degli 11,1 miliardi dei programmi cofinanziati dai fondi Ue nei territori di Puglia, Basilicata, Campania, Calabria e Sicilia. Comparando le tabelle del governo sulla spesa certificata al 31 ottobre 2014 e al 31 maggio 2014 abbiamo tre dati: quanto ha speso ogni ministro in cinque mesi, quanto deve spendere entro il 2015, quanto deve spendere entro il 2014 per evitare il disimpegno automatico dei fondi. Complessivamente Renzi deve spendere 4,19 miliardi, di cui 950,7 milioni entro l’anno. Improbabile, considerando che in cinque mesi ne ha spesi solo 421. Nel dettaglio, del PON Ricerca e Competitività, il ministro Giannini ha speso 212 milioni, deve impiegare 1.187,9 milioni entro il 2015, di cui 140,7 entro quest’anno: potrebbe far tornare i ricercatori meridionali fuggiti all’estero. Del PON Reti e Mobilità, il ministro Lupi ha speso solo 50 milioni, entro il 2015 deve investire 1.084 milioni, di cui 188 entro quest’anno: potrebbe estendere l’alta velocità fino a Lecce o concludere la Salerno-Reggio Calabria. Il ministro Galletti ha 473,3 milioni per le Energie Rinnovabili: in 5 mesi ha speso solo 5,4 milioni, entro il 2014 ne deve spendere 206. Il ministro Alfano ha speso 62,9 milioni del PON Sicurezza: deve investire altri 262,4 milioni entro il 2015, di cui 50 entro il 2014».

Anche sulla scuola e sulla cultura ci sono risorse inutilizzate?
«“Il mancato uso dei fondi Ue grida vendetta”, ha detto tempo fa Renzi. Bene, in cinque mesi del PON Istruzione FSE (lotta alla dispersione scolastica) il ministro Giannini ha speso solo 85,8 milioni, ne rimangono altri 372,7. Del PON Istruzione FESR (riqualificazione edifici scolastici) ha speso 21,3 milioni: ne restano 229,6 milioni, di cui 106 da spendere entro il 2014. Quanto al ministro Franceschini ha 424,3 milioni del PON Attrattori Culturali da spendere entro il 2015, dei quali, 251 milioni entro l’anno. Con quei soldi potrebbe pagare il recupero e la conservazione di Pompei. Ma qui c’è una sorpresa. Al 31 ottobre 2014 la spesa certificata è 212,6 milioni, al 31 maggio 2014 era 255,1 milioni. Seppur di poco, la spesa degli altri programmi è avanzata. Questa è addirittura calata di 42,5 milioni. Mistero».

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