L’ultima beffa per i romani è di poche ore fa. Sembrava che la raffica di ricorsi presentati dalle associazioni dei consumatori fosse riuscita a congelare gli aumenti folli dei permessi per l’accesso alla Ztl. Giovedì scorso, infatti, il Tar ha accolto le obiezioni contenute nell’esposto collettivo del Codacons, fissando l’udienza al 3 dicembre.
La sospensiva, però, che inizialmente pareva concessa dal tribunale amministrativo, alla fine non è arrivata. E ieri, per evitare dubbi, l’assessorato alla mobilità del comune di Roma ha comunicato ufficialmente il verdetto: per il rilascio del primo contrassegno per i residenti si potrà effettuare il pagamento alla modica cifra di 1.032 euro per 5 anni o di 232 euro per un anno (a fronte dei 78 euro di prima). Se uno volesse pure il secondo permesso per entrare nelle zone a traffico limitato della Capitale dovrà invece sborsare rispettivamente 2.032 euro e 432 euro.
Niente sconti neanche ai commercianti che devono recarsi in centro per lavoro. Anche qui il contrassegno sarà di 2.032 euro a fronte dei precedenti 610 euro. In tutti i casi si tratta di incrementi monstre che oscillano intorno al 320-330%.
TARTASSATI D’ITALIA
Ma la Ztl non è che la punta dell’iceberg della valanga di balzelli piovuta sulla testa dei romani sotto la guida del sindaco piddino Ignazio Marino. Dal punto di vista dei tributi locali i cittadini della Capitale sono abbondantemente in testa alla classifica dei più tartassati. Considerando un reddito di 22mila euro, che a Roma è l’imponibile medio, il conto delle tasse locali ammonta a 920 euro. I primi 198 euro se ne vanno per l’addizionale Irpef, che il Comune di Roma a causa del dissesto finanziario ha il privilegio di portare fino allo 0,9%. Poi c’è il capitolo casa. La nuova Tasi sugli immobili, manco a dirlo, è stata subito portata all’asticella massima del 2,5 per mille rispetto all’aliquota base dell’1 per mille. Certo ci sono le detrazioni (da 60 a 110 euro), ma scatteranno solo per le rendite al di sotto dei 650 euro. Il che esclude gran parte delle abitazioni romane, che hanno rendite in media sopra i 700-800 euro. La Tasi porterà via al nostro cittadino tipo altri 412 euro per un immobile con rendita di 1.000 euro. Gli ultimi 310 euro saranno invece sfilati dalla Tari, la tassa sui rifiuti che Marino ha opportunamente incrementato del 4%. Un salasso complessivo di 920 euro che diventa lunare se paragonato a quello degli altri italiani, dove i tributi locali ammontano in media a 550 euro (110 Irpef, 240 Tasi, 200 Tari). Praticamente la metà.
CULLE E TOMBE
Visto che di tasse i romani già ne pagano tante, il sindaco deve aver pensato che qualcuna in più non avrebbe fatto la differenza. Si spiegano così i 244 milioni di nuove entrate previsti dal bilancio 2014 approvato all’inizio di agosto. Il bottino viene raccolto attraverso una raffica di aumenti tariffari che vanno dagli asili ai servizi funerari. Per quest’ultimi il sindaco ha soltanto limato del 2% gli importi. Più salato il conto per le rette dei nidi, che registrano incrementi tra il 7 e il 15%. Le nuove quote contributive disposte dal Comune di Roma prevedono un aumento graduale delle tariffe fino al 2017. I genitori con Isee inferiore ai 5.000 euro, che pagavano 311 euro per 9 mesi di scuola, nel 2016 vedranno crescere la cifra fino a 373 euro. Per chi invece dichiara 10.000 euro, il contributo passerà da 657 euro a 789 del 2017 per anno scolastico. Più l’Isee si alza, più la differenza aumenta: chi ha un reddito familiare di circa 20.000 euro, infatti, ha pagato 1.324 nel 2013 ma nel 2017 si troverà a corrispondere 1.746 euro.
Una vera e propria stangata è quella che riguarda i piccoli imprenditori, colpiti attraverso l’aumento della Cosap, la tassa per l’occupazione del suolo pubblico. Per i grandi eventi a bigliettazione nel centro storico la tariffa salirà del 25%, poi verrà moltiplicata per 4 e, infine, sopra i mille metri quadrati di occupazione si pagherà il 40% della superficie aggiuntiva e non più il 10%. In questo modo, per esempio, i rolling stones per il loro concerto al Circo Massimo avrebbero pagato al Comune non 8mila, ma ben 200mila euro. Per i camion bar nei luoghi turistici gli aumenti saranno di 3,5 volte mentre la tariffa per gli «urtisti» (le bancarelle di souvenir) salirà di 3 volte.
TURISTI E PARCHEGGI
Rincari in vista anche per i turisti. Dal primo settembre è stato ritoccato all’insù anche il contributo di soggiorno negli alberghi di Roma: per i cinque stelle si passa da 3 a 7 euro a notte a persona, e poi a cascata 6 euro per i quattro stelle, 4 euro per i tre stelle e 3 euro per le strutture ricettive a una e due stelle. Per agriturismi e residenze turistiche alberghiere si pagheranno 4 euro al giorno a persona, 3,5 euro per bed&breakfast e affittacamere, altrettanto per case e appartamenti per vacanze e case per ferie.
Colpirà principalmente i residenti, invece, l’aumento del 50% dei parcheggi nelle strisce blu. Con il bilancio 2014 la tariffa passa da 1 euro a 1 euro e 50 in tutte le aree all’interno e all'esterno delle ztl. Ma non è tutto: nelle more della definizione della nuova disciplina scompaiono le tariffe agevolate, sia quella che consentiva la sosta giornaliera sulle strisce a pagamento a 4 euro sia l’abbonamento mensile da 70 euro. Allegria.
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