venerdì 14 febbraio 2014

Scaroni si presenta al rinnovo del cda con 5 miliardi di utili

Paolo Scaroni si presenta all’appuntamento del rinnovo dei vertici, previsto per la prossima primavera, con la muscolatura tonica. È lo stesso ad a sintetizzare il bilancio complessivo dell’Eni nel 2013. «L’effetto complessivo di quanto realizzato», ha spiegato ieri davanti alla comunità finanziaria di Londra, «ci ha consentito di registrare un utile netto in crescita rispetto al 2012, di pagare un dividendo generoso, di lanciare il programma di riacquisto di azioni proprie, mantenendo un indebitamento costante». Un poker di risultati che renderà complicato per il nuovo esecutivo mettere alla porta il manager, che a scanso di equivoci ha già fatto sapere che non disdegnerebbe un altro mandato.

Entrando nel dettaglio, nel 2013 Eni ha registrato a preconsuntivo un aumento dell’utile netto annuo a 5,2 miliardi, in aumento del 24% rispetto al 2012, quando i prezzi del petrolio erano stati particolarmente bassi. Al netto delle partite straordinarie l’utile adjusted è sceso del 35%, a 4,43 miliardi di euro. Un risultato comunque superiore alle attese in un momento, come ha spiegato lo stesso Scaroni, «particolarmente difficile per il mercato».
Non a caso il consiglio di amministrazione della società ha proposto la distribuzione di un dividendo di 1,10 euro per azione , di cui 0,55 euro già distribuiti in acconto. Si tratta di una cedola superiore a quella del 2012, pari a 1,08 euro, che consentirà, insieme al piano di buyback in corso, di distribuire una remunerazione generosa agli azionisti. Per il Tesoro (4,34%) e la Cdp (25,76) si tratterà, quindi, di alzare l’asticelle rispetto ai circa 1,2 miliardi incassati nel 2013.

Per il periodo 2014-2017 l’Eni prevede un tasso di crescita annuo della produzione di idrocarburi del 3% circa. Un valore leggermente inferiore al 4% stimato nel piano industriale al 2016. Percentuale, quest’ultima, che ora si prevede per il periodo 2017-2023. È inoltre previsto un incremento del cash flow operativo del 55% entro il 2016-2017. Dagli 11 miliardi del 2013 si dovrebbe dunque passare ad una media annua di 15 miliardi nel 2014-2015 fino a 17 tra il 2016 e il 2017.
Il gruppo ha poi annunciato che rinegozierà tutti i contratti di approvvigionamento di gas entro il 2016, con l’obiettivo di raggiungere un pieno allineamento con le nuove condizioni di mercato in termini di prezzi, flessibilità e volumi. Il risparmio previsto dall’operazione è di «circa 2 miliardi l’anno in media dal 2016».
L’Eni prevede inoltre un ebit positivo nel settore gas&power entro il 2015. Per il 2014 il dividendo dovrebbe crescere ulteriormente fino a 1,12 euro per azione, con un incremento dell’1,8% rispetto al 2013.
Ieri, intanto, il Cane a sei zampe ha ottenuto un nuovo e importante successo esplorativo nell’offshore congolese, con la valutazione delle risorse contenute nel campo di Nene Marine di 1,2 miliardi di barili di olio e di 30 miliardi di metri cubi di gas.

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