«L'azione della Bce durante la crisi», ha spiegato il portavoce del vicepresidente della Commissione europea Olli Rehn, «è stata concordata in numerose occasioni» con Bruxelles. Per questo la Commissione ha ribadito di essere «fiduciosa che le azioni della Bce, in linea con il suo mandato, sono pienamente indipendenti e decise in conformità con il diritto comunitario». La tesi, insomma, è che la Corte di giustizia Ue non potrà che emettere un verdetto positivo nei confronti dell'Omt. E che la mossa dei giudici tedeschi va letta come una prima importante apertura nei confronti del programma, considerato che «è la prima volta che l'Alta Corte prende una decisione simile».
Sulla stessa linea il ministro per gli Affari europei, Enzo Moavero, secondo cui la Corte di Giustizia «è l'interprete più alto del diritto Ue». E questo suo ruolo, ha aggiunto il ministro, «costituisce un pilastro del processo d'integrazione europea, sin dalle sue origini, rappresentando la garanzia dell'unità dell'ordinamento giuridico dell'Unione». Il fatto che la Corte Costituzionale tedesca si sia rivolta a questo organismo per ricevere un'interpretazione a titolo pregiudiziale significa dunque che la Germania «si allinea esplicitamente all'orientamento generale preconizzato dai trattati europei». Persino il Tesoro, che dall'iniziativa tedesca riceverà solo guai, considerate le enormi tensioni sui nostri titoli prima che Draghi scendesse in campo, ha voluto festeggiare l'imbrigliamento del piano della Bce. «È una decisione positiva per tutta l'Europa. Ma anche per l'Italia e per i nostri Btp», ha commentato Maria Cannata, responsabile della gestione del debito pubblico di Via XX Settembre.
Molto più fredda, seppure senza sbilanciarsi, è rimasta la Bce, che si è limitata a prendere atto della decisione e ripetere quanto già detto agli stessi giudici tedeschi. Cioè che «il programma Omt rientra nel mandato della banca centrale». Questa sarà, con tutta probabilità, anche la posizione della Corte Ue, che tradizionalmente ha sempre appoggiato le istituzioni europee nella loro interpretazione delle leggi comunitarie. Tanto più che nei suoi giudizi l'organismo europeo ha sempre privilegiato gli interessi dell'Unione a quelli di un singolo Stato, come è il caso della Germania, unico Paese a scagliarsi contro il piano di acquisto dei bond dei Paesi in difficoltà.
D'altra parte, è anche difficile pensare che i giudici europei possano sconfessare la linea della Germania, dando il via libera a una procedura che provocherebbe una clamorosa spaccatura tra l'Unione e il suo azionista di maggioranza. Il rischio è che per uscire dallo stallo la Corte Ue segua la strada suggerita dagli stessi magistrati tedeschi nel punto della sentenza in cui si ritene compatibile con le norme comunitarie un uso «restrittivo» dell'Omt. Un aggettivo i cui confini sono tutti da definire. E che potrebbe facilmente spuntare le armi di Draghi.
Ma il danno potrebbe arrivare ancora prima. Come spiega il numero uno dell'istituto tedesco per la ricerca economica Diw, Marcel Fratzscher, il giudizio della Corte costituzionale di Karlsruhe significa, ad oggi, «uno stop provvisorio del programma Omt» e questo potrebbe limitare parecchio la capacità operativa dell'Eurotower. «Non penso», ha detto Fratzscher, «che la Bce possa, per ragioni politiche, realizzare un programma, se contemporaneamente c'è un procedimento aperto davanti alla Corte di giustizia». Ma «i mercati finanziari raramente si attengono ai tempi dei giudici».
Sembrano poco inclini a partecipare ai festeggiamenti anche gli esperti di Nomisma. «Il ricorso della Corte tedesca a Strasburgo per gli Omt non è, ovviamente, una buona notizia», ha replicato il capo economista Sergio De Nardis, considerato che «gli Omt sono l'unico vero motivo per cui la crisi dell'euro è rientrata». Per l'analista di Nomisma è difficile capire quale sia l'ostilità verso il programma di acquisti, che «ha funzionato senza essere attuato e senza che fosse necessario spendere un euro: è bastato l'annuncio ad abbassare gli spread».
Partendo dall'efficacia dell'effetto deterrente, è chiaro che qualsiasi piccolo intoppo sulla strada di Draghi potrebbe ora trasformarsi in una bomba ad orologeria. «Una cancellazione del programma, ma anche una modifica in senso restrittivo che implicasse una correzione dell'impostazione Bce», è la previsione di De Nardis, «potrebbe far ricadere l'area alle tensioni di due anni fa». In ogni caso, ha concluso, «le divaricazioni di interessi, di prospettive, di visione non possono portare nulla di buono per l'Europa».
Ci va giù pesante, invece, il deputato Ncd Alessandro Pagano, tra i pochi politici a commentare la notizia, che dopo aver paragonato la Germania al Terzo reich, accusa Berlino di «voler approfittare della debolezza di molti Paesi dell'area per egemonizzare l'Europa».
© Libero
Sulla stessa linea il ministro per gli Affari europei, Enzo Moavero, secondo cui la Corte di Giustizia «è l'interprete più alto del diritto Ue». E questo suo ruolo, ha aggiunto il ministro, «costituisce un pilastro del processo d'integrazione europea, sin dalle sue origini, rappresentando la garanzia dell'unità dell'ordinamento giuridico dell'Unione». Il fatto che la Corte Costituzionale tedesca si sia rivolta a questo organismo per ricevere un'interpretazione a titolo pregiudiziale significa dunque che la Germania «si allinea esplicitamente all'orientamento generale preconizzato dai trattati europei». Persino il Tesoro, che dall'iniziativa tedesca riceverà solo guai, considerate le enormi tensioni sui nostri titoli prima che Draghi scendesse in campo, ha voluto festeggiare l'imbrigliamento del piano della Bce. «È una decisione positiva per tutta l'Europa. Ma anche per l'Italia e per i nostri Btp», ha commentato Maria Cannata, responsabile della gestione del debito pubblico di Via XX Settembre.
Molto più fredda, seppure senza sbilanciarsi, è rimasta la Bce, che si è limitata a prendere atto della decisione e ripetere quanto già detto agli stessi giudici tedeschi. Cioè che «il programma Omt rientra nel mandato della banca centrale». Questa sarà, con tutta probabilità, anche la posizione della Corte Ue, che tradizionalmente ha sempre appoggiato le istituzioni europee nella loro interpretazione delle leggi comunitarie. Tanto più che nei suoi giudizi l'organismo europeo ha sempre privilegiato gli interessi dell'Unione a quelli di un singolo Stato, come è il caso della Germania, unico Paese a scagliarsi contro il piano di acquisto dei bond dei Paesi in difficoltà.
D'altra parte, è anche difficile pensare che i giudici europei possano sconfessare la linea della Germania, dando il via libera a una procedura che provocherebbe una clamorosa spaccatura tra l'Unione e il suo azionista di maggioranza. Il rischio è che per uscire dallo stallo la Corte Ue segua la strada suggerita dagli stessi magistrati tedeschi nel punto della sentenza in cui si ritene compatibile con le norme comunitarie un uso «restrittivo» dell'Omt. Un aggettivo i cui confini sono tutti da definire. E che potrebbe facilmente spuntare le armi di Draghi.
Ma il danno potrebbe arrivare ancora prima. Come spiega il numero uno dell'istituto tedesco per la ricerca economica Diw, Marcel Fratzscher, il giudizio della Corte costituzionale di Karlsruhe significa, ad oggi, «uno stop provvisorio del programma Omt» e questo potrebbe limitare parecchio la capacità operativa dell'Eurotower. «Non penso», ha detto Fratzscher, «che la Bce possa, per ragioni politiche, realizzare un programma, se contemporaneamente c'è un procedimento aperto davanti alla Corte di giustizia». Ma «i mercati finanziari raramente si attengono ai tempi dei giudici».
Sembrano poco inclini a partecipare ai festeggiamenti anche gli esperti di Nomisma. «Il ricorso della Corte tedesca a Strasburgo per gli Omt non è, ovviamente, una buona notizia», ha replicato il capo economista Sergio De Nardis, considerato che «gli Omt sono l'unico vero motivo per cui la crisi dell'euro è rientrata». Per l'analista di Nomisma è difficile capire quale sia l'ostilità verso il programma di acquisti, che «ha funzionato senza essere attuato e senza che fosse necessario spendere un euro: è bastato l'annuncio ad abbassare gli spread».
Partendo dall'efficacia dell'effetto deterrente, è chiaro che qualsiasi piccolo intoppo sulla strada di Draghi potrebbe ora trasformarsi in una bomba ad orologeria. «Una cancellazione del programma, ma anche una modifica in senso restrittivo che implicasse una correzione dell'impostazione Bce», è la previsione di De Nardis, «potrebbe far ricadere l'area alle tensioni di due anni fa». In ogni caso, ha concluso, «le divaricazioni di interessi, di prospettive, di visione non possono portare nulla di buono per l'Europa».
Ci va giù pesante, invece, il deputato Ncd Alessandro Pagano, tra i pochi politici a commentare la notizia, che dopo aver paragonato la Germania al Terzo reich, accusa Berlino di «voler approfittare della debolezza di molti Paesi dell'area per egemonizzare l'Europa».
© Libero