Bruxelles aveva chiesto «sforzi aggiuntivi» per rimettere in equilibrio il bilancio dello 0,6% del pil (9 miliardi circa). La musica cambia poco per la Bce. «Nell’aggiornamento del programma di stabilità per il 2014», hanno criticato dall’Eurotower, «il governo ha apportato un aumento significativo all’obiettivo di disavanzo per il 2014 (al 2,6% del pil, dall’1,8 precedentemente previsto), mentre ha lasciato praticamente invariato l’obiettivo per il 2015 all’1,8% del pil». Inoltre «il governo ha rinviato il conseguimento dell’obiettivo di medio termine dal 2014 al 2016». La sostanza è che per quest’anno «l’intervento strutturale pianificato è inferiore ai requisiti stabiliti dal meccanismo preventivo del Patto di Stabilità».
Quanto al debito, la Bce ha voluto ricordare al governo che l’Italia si trova nel triennio di transizione (2013-2015) per l’osservanza del parametro di riferimento per il debito. E che secondo le previsioni di primavera della Commissione «richiede un aggiustamento lineare strutturale minimo annuo dello 0,7% del Pil fino alla fine del periodo in esame».
Poco incoraggiante è anche le analisi delle banche estere, che ieri hanno fatto il punto sull’Italia senza purtroppo cogliere, malgrado il decreto Destinazione Italia e il grande otimismo di Renzi, alcuna soluzione di continuità rispetto al disastro degli anni precedenti. «Le valutazioni dei principali operatori finanziari esteri che investono in Italia, raccolti nei primi mesi del 2014», si legge nel rapporto, «definiscono l’attrattività del sistema Italia ancora in una situazione critica (a quota 33 in una scala da 0 a 100)».
Per tutta risposta il ministro dell’Economia, Piercarlo Padoan, ha ammesso che «i compiti a casa non fiscono mai», ma ha anche annunciato «un nuovo pacchetto di misure» non solo per «uno stimolo immediato ma volte a cambiare il sistema degli incentivi in base al quale il finanziamento va all'economia». Si tratterebbe, ha spiegato, «di potenziamento della garanzia pubblica, maggior partecipazione al finanziamento alle imprese di infrastrutture, misure per favorire l’apporto di capitale proprio».
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