L’obiettivo apertamente dichiarato era quello di portare sul tavolo di Bruxelles sia l’agenda di governo per il 2014 sia il patto di coalizione scritto «alla tedesca». Al vertice Ue di oggi il premier Enrico Letta si presenterà invece senza neanche poter garantire la tenuta dell’esecutivo nelle prossime 24 ore. Una debacle su tutta la linea, quella del presidente del Consiglio, che dovrà aggirarsi tra i leader europeo con la coda tra le gambe e la paura che qualcuno gli faccia cucù.
Il grande summit di Bruxelles è stato prudentemente ridimensionato anche nelle aspettative. Fonti europee ben imbeccate parlano di un «focus sul contributo e i risultati concreti» che la presidenza italiana di turno potrà dare all’Ue nella seconda metà dell’anno, dalle riforme alle relazioni esterne, dall’economia alle dinamiche post-elezioni europee. Sarà questo, secondo l’ordine del giorno riveduto e corretto, il filo conduttore dell’incontro tra il premier Enrico Letta e diversi ministri (Bonino, Moavero, Saccomanni, Trigilia) con il Collegio dei commissari europei. Non sarebbe invece più previsto, rivelano le stesse fonti, un dibattito dedicato alla situazione italiana, anche se è «possibile» che vengano «menzionate» questioni come le privatizzazioni e il proseguimento delle riforme.
Per il resto lo sguardo è tutto rivolto al futuro. Si procederà ad un’ampia panoramica delle tendenze economiche a livello europeo e si cercherà di individuare cosa in concreto l’Italia potrà fare per concludere il «moltissimo lavoro che resterà da fare» sui vari dossier legislativi, in particolare per quanto riguarda il mercato unico, e su come proseguire le riforme e la ripresa economica.
In attesa del supervertice derubricato ad incontro di studio, ieri l’Ecofin ha incassato l’ennesimo nulla di fatto sul meccanismo unico di risoluzione delle banche (SRM). Il primo vertice del 2014 ha preso atto dell’opposizione del Parlamento Ue al testo licenziato dal Consiglio a dicembre e ha rimandato tutto alla prossima riunione di febbraio, visto che il negoziato in corso tra istituzioni deve terminare all’inizio di marzo per essere poi votato dall’ultima plenaria di Strasburgo ad aprile.
«La Commissione farà tutto il possibile per arrivare a un compromesso tra Consiglio e Parlamento Ue sul meccanismo di risoluzione delle banche, ma ancora non ci siamo», ha detto il commissario al mercato interno Michel Barnier. L’Ecofin non è entrato nel merito della trattativa in corso con l’eurocamera, perché quel negoziato avviene su un tavolo parallelo: è il cosidetto «trilogo» composto da rappresentanti del Consiglio, del Parlamento e della Commissione che sta cercando un terreno comune su cui costruire un’intesa il più in fretta possibile, visto che alla scadenza manca un mese.
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