mercoledì 8 gennaio 2014

Saccomanni leva 150 euro al mese ai prof

Rientro in classe amaro per gli insegnanti italiani. Alla ripresa delle lezioni, dopo la pausa natalizia, si troveranno 150 euro in meno in busta paga. A confezionare il dono per iniziare bene il 2014 ci ha pensato, manco a dirlo, il ministero dell'Economia, che con una nota del 19 dicembre scorso ha disposto la restituzione degli scatti stipendiali già percepiti nel 2013, con una trattenuta appunto di 150 euro mensili, a partire da gennaio.

Lo scherzetto nasce da lontano. Dalla manovre del 2010 e del 2011, con cui l'allora ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, aveva disposto il blocco degli scatti fino al 2012 con la possibilità di prorogare lo stop anche nel 2013. Il governo Letta ci ha pensato un po' sopra, facendo credere ai docenti che la tagliola fosse finita. Lo scorso ottobre, però, è arrivato un bel decreto ministeriale con cui l'esecutivo ha deciso di bloccare tutto, congelando retroattivamente gli scatti.
Una mossa che ha fatto da subito infuriare i sindacati. E ieri, a cose praticamente già fatte, anche il ministro dell'Istruzione, Maria Chiara Carrozza, che si è schierata al fianco degli insegnanti scrivendo al collega Saccomanni. Al titolare del dicastero dell'Economia ha chiesto di sospendere la procedura di recupero degli scatti stipendiali per il 2013 segnalando, tra l'altro, l'urgenza di un intervento in questo senso dal momento che nei prossimi giorni si procederà ai conteggi per gli stipendi di gennaio e quindi a operare le trattenute per il recupero della tranche prevista.

Scontata la risposta di Via XX Settembre, che ha fatto notare che «il recupero delle somme è un atto dovuto da parte dell'amministrazione perché il Dpr n.122 entrato in vigore il 9 novembre ha esteso il blocco degli scatti a tutto il 2013». Poi, hanno spiegato dal ministero, «se all'interno del ministero dell'Istruzione si riescono a individuare economie, razionalizzazioni di spesa che consentono di recuperare una cifra sufficiente da utilizzare per il pagamento dello scatto in questione ovviamente questo si farà».
Posizione che, però, dovrà fare i conti anche con i forti dissensi esplosi dentro la maggioranza. A partire da quelli del Pd, sintetizzati con sarcasmo dallo stesso segretario Matteo Renzi, che punta il dito direttamente contro Saccomanni. «A me non interessa il rimpasto. Ma se il ministero dell'Economia e delle finanze oggi chiede indietro 150 euro agli insegnanti, io mi arrabbio. Perché non stiamo su Scherzi a parte. Non puoi dare dei soldi e poi chiederli indietro».

Sul piede di guerra le associazioni dei lavoratori. «Le istruzioni impartite dal ministero dell'Economia per un graduale recupero degli scatti maturati nel 2012 costituiscono una decisione inaccettabile che va bloccata, una vera e propria provocazione che se attuata non potrà rimanere senza risposta», ha tuonato il segretario generale della Cisl Scuola Francesco Scrima. E dalla Gilda è arrivato un aut aut: «Siamo stanchi di aspettare. Vengano restituiti ai docenti gli scatti degli stipendi o sarà sciopero generale». Per la Flc-Cgil si assiste «ancora una volta a un pesante intervento sui diritti acquisiti dei lavoratori della scuola, che saranno costretti a restituire le somme legittimamente e giustamente percepite». Mentre il segretario generale della Uil scuola, Massimo Di Menna, parla di «situazione gravissima, mai accaduta prima».
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