sabato 18 gennaio 2014

Rivolta contro mini Imu e Tares

Cartelle pazze, scadenze che si accavallano e si modificano, codici errati, tributi fantasma, rinvii, sospensioni, delibere. Nessuno sa più cosa, quanto e quando pagare. Che la bomba prima o poi sarebbe esplosa era prevedibile, ma immaginare che al primo appuntamento concreto con il fisco si sarebbe scatenato un tale inferno era francamente più difficile. Dopo dieci mesi di modifiche, revisioni, passi falsi e scivoloni sulla tassazione immobiliare il risultato dell’azione governativa è ora sotto gli occhi di tutti: contribuenti nel panico, centralini in tilt, sindaci in rivolta, Caf intasati, guerriglia urbana davanti agli uffici comunali.

E forse è solo l’inizio, considerato che alla scadenza del 24 gennaio per mini Imu e Tares manca ancora una settimana e che tra pochi mesi si ricomincia con Imu, Tasi e Tari (i tre balzelli che formano la nuova Iuc). L’unica certezza, per ora, è il caos totale. Sulla mini Imu, già caratterizzata da un calcolo complicatissimo e dalla scarsa chiarezza sui comuni in cui il tributo è effettivamente dovuto (tutti quelli con aliquota Imu prima casa sopra il 4 per mille), ora si sta formando anche una fronda di sindaci disobbedienti. Malgrado gli avvertimenti del ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, sull’ineluttabilità della scadenza, negli ultimi giorni si sono moltiplicati gli annunci del rinvio della tassa al 16 giugno. Una forma di protesta plateale contro il governo incardinata sugli spiragli concessi dalle norme sulla potestà regolamentare, dallo statuto del contribuente e dalla stessa legge di stabilità, che indica quella data come termine massimo per il versamento senza sanzioni e interessi.

La decisione è stata ufficialmente presa nei giorni scorsi dai sindaci romagnoli di Rimini, Ravenna e Faenza. Comuni a cui ieri si è aggiunta Cava de’ Tirreni (Salerno), dove si sta studiando anche la possibilità di annullare del tutto il tributo attraverso un rimborso in occasione del pagamento della Iuc. Ha già deliberato l’azzeramento del balzello, con le stesse modalità, il comune umbro di Umbertide (Perugia). Stessa decisione è stata presa dal sindaco di Romano Canavese, in provincia di Torino. E un’ipotesi restituzione si sta ventilando anche a Napoli, dopo che l’ente ha incassato la sospensiva del Tar sul ricorso presentato contro il decreto sulle modalità di ripartizione tra i comuni delle somme a titolo di rimborso del minor gettito Imu sulla prima casa per il 2013.
La situazione che si sta profilando, dunque, è un pagamento a macchia di leopardo, dove i sindaci andranno in ordine sparso su date ed eventuali rimborsi. Per i contribuenti che dovranno invece presentarsi alla cassa il 24 gennaio la beffa è dietro l’angolo. Nella maggior parte dei casi, infatti, chi deciderà di rivolgersi ad un Caf per i conteggi rischia di dover pagare per la consulenza più del balzello stesso. Secondo i centri di assistenza fiscale della Uil del Lazio, che ieri hanno annunciato l’apertura degli uffici ad orario continuato da qui al 24 gennaio per assorbire l’elevatissimo numero di richieste, il costo della pratica oscilla dai 7 ai 12 euro. Cifra che si avvicina molto alla forbice di 12-25 euro che si pagherà in molti comuni.

Le cose non vanno meglio sul fronte Tares (che quest’anno, per la prima e l’ultima volta, incorpora la componente rifiuti e quella sui servizi indivisibili). Anzi. Molti contribuenti, come ad esempio i romani, stanno ricevendo solo in questi giorni i moduli per pagare il tributo. In alcuni, tanto per confondere un po’ le idee, c’è ancora la data di scadenza del 16 gennaio mentre i codici dell’F24 sono errati. Alcune lettere, poi, contengono sia il bollettino per la tassa sui rifiuti, sia il modello per la maggiorazione Tares. Altre solo il modello. Ma c’è anche chi non ha ricevuto proprio nulla.
Una confusione che, unita anche all’entità non sempre trascurabile del tributo, sta facendo montare l’indignazione popolare. Nel comune di Giugliano, vicino Napoli, la protesta è addirittura sfociata in tafferugli che hanno provocato il ferimento di otto agenti delle forze dell’ordine. Mentre al sindaco di Roca di Capri Leone, nel messinese, sono arrivate lettere anonime di cittadini che minacciano di bruciargli la casa.  Oggi a Sorrento andrà invece in scena la rabbia dei ristoratori, che si sono visti aumentare il balzello del 300 per cento e promettono iniziative clamorose.

Anche qui, i sindaci stanno iniziando a scendere in campo. Nel comune sardo di Iglesias, ad esempio, l’amministrazione ha deciso che la tassa si pagherà non entro il 24 gennaio ma il 31 marzo. A Casarano, in provincia di Lecca, hanno sospeso le cartelle di pagamento, anche a causa di errori all’anagrafe che hanno comportato l’errato calcolo dell’imposta.
Scenari da fisco lunare che stanno facendo impazzire i contribuenti e stanno mettendo anche a dura prova le capacità degli esperti fiscali. Vista la situazione, secondo l’Unione nazionale commercialisti ed esperti contabili, l’unica strada per limitare i danni, a questo punto, è quella di una proroga dei termini o, almeno, di un ravvedimento a costo zero nei trenta giorni successivi.

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