A poche settimane dalle elezioni europee a smorzare la carica propulsiva degli 80 euro di bonus distribuiti da Matteo Renzi con tempismo perfetto ci pensano, con altrettanto, se non migliore tempismo, gli amici dello stesso premier. Il colpo da maestro è senz’altro quello del sindaco di Roma, renziano della prima ora, che già ha abituato i cittadini della Capitale a performance di altissimo livello (basti pensare che ci sono ancora strade cantierizzate per i danni dell’alluvione di tre mesi fa). Non contento dei continui disagi che i romani devono subire sul fronte del trasporto pubblico e di quello privato, Ignazio Marino ha pensato bene di aggiungere sul piatto una stangata di quelle che non si vedevano da tempo.
Tra i vari balzelli piovuti qua e là con l’approvazione del nuovo bilancio previsionale del 2014 c’è una tariffa che è stata non semplicemente aumentata, ma decuplicata. A farne le spese, come si conviene, sia le famiglie sia le imprese. Il maxi rincaro riguarda, infatti, i permessi dei residenti per accedere con l’auto nelle Ztl, le zone a traffico limitato della Capitale.
Nel dettaglio per un lasciapassare di cinque anni si passa dalle fasce 78 euro, 94 euro e 109 euro, a seconda dei cavalli fiscali della vettura, a 1.016, 1.216 euro e 1.416 euro. La delibera approvata dalla giunta Marino il 17 aprile fissa poi a mille euro di più il prezzo per un secondo permesso. Stessa cifra bisogna spendere se si vuole una terza autorizzazione, in questo caso, però, la durata sarà solo annuale. «Il costo del permesso aumenta in modo coerente con il Pgtu, il piano generale del traffico urbano», ha spiegato l’assessore alla Mobilità Guido Improta, «l’obiettivo non è fare cassa, ma diminuire l’attraversamento del centro e l’inquinamento». Il sogno di Marino è «avere un uso quasi esclusivo di mobilità pedonale, ciclabile e del trasporto pubblico». Il risultato della stangata sarà invece che le macchine continueranno tranquillamente a circolare, ma solo quelle di chi se lo può permettere». Un principio che riguarda pure artigiani e piccoli imprenditori. Il permesso per i commercianti con autovetture fino a 19 cavalli passa infatti da 610 euro a 2.016 euro per un anno. La cifra sale fino a 2.816 euro se la potenza supera i 23 cavalli fiscali. Il primo permesso per gli artigiani con il laboratorio in Ztl passa invece da 76 a 266 euro. Il secondo contrassegno sale da 610 euro a 2.016 euro.
In altre parole, il centro storico di Roma diventerà progressivamente il regno delle classi più facoltose, con buona pace di chi ci abita da sempre ma ha pochi euro in tasca. La ciliegina sulla torta arriva poi con l’aumento a 1,5 euro l’ora per le strisce blu della zona centrale e per la sospensione di abbonamenti mensili e della tariffa scontata a 4 euro per 8 ore. Altro che il «venghino signori» di Renzi.
L’altra grande grana preelettorale arriva, invece, direttamente dal governo, che si è avventurato in maniera incauta nella vicenda Alitalia da cui uscirà con ogni probabilità con le ossa rotte. Il vertice con gli arabi di Etihad si terrà ad Abu Dhabi martedì prossimo. Nel frattempo l’ad Gabriele del Torchio, con il sostegno della moral suasion del ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, dovrà convincere banche e sindacati ad accettare le condizioni imposte dagli sceicchi. Sul tavolo ci sono oltre 500 milioni di debito da rinegoziare e circa 3mila esuberi. A peggiorare la situazione nelle ultime ore sarebbe anche spuntata l’ipotesi di un’altra bad company per l’ex compagnia di bandiera. L’idea, stando ad indiscrezioni per ora non confermate, sarebbe quella di creare una newco partecipata da Cai ed Etihad con il business buono di Alitalia. La vecchia società resterebbe invece zavorrata dai debiti e dai lavoratori in esubero.
Cumunque finirà è chiaro che per le speranze elettorali del Pd e di Matteo Renzi (ma anche del Ncd) si tratterà di una bomba che esploderà proprio mentre i cittadini si apprestano ad entrare nelle urne.
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