Agenzia per la sicurezza, definizione delle tecnologie, formazione dei consorzi e atto di indirizzo sulla strategia del governo. È questo il pacchetto di interventi che lo Sviluppo economico conta di portare a casa entro la fine dell’anno per dare un colpo di acceleratore alla pratica nucleare. Il tema è stato al centro dei numerosi incontri tecnici che il neoministro Paolo Romani ha tenuto negli ultimi giorni per riannodare i fili del dialogo con le categorie e le imprese dopo il lungo interim di Silvio Berlusconi. L’esigenza di ripartire al più presto è stata manifestata martedì da Emma Marcegaglia, ma soprattutto ieri dall’ad dell’Enel Fulvio Conti, che sul nucleare ha già firmato un’intesa con i francesi di Edf ed Areva per la costruzione delle prime quattro centrali ed è pronto ad investire qualcosa come 9 miliardi di euro.
Romani ha rassicurato entrambi, sostenendo che nel giro di poche settimane saranno sbloccati i nodi principali che ancora ostacolano l’avvio vero e proprio dell’operazione. A partire dalla nomina dell’Agenzia della sicurezza per il nucleare - che sarebbero dovute arrivare prime dell’estate - senza le quali non potrà partire il processo di individuazione dei siti e l’avvio degli investimenti da parte delle imprese. Sui nomi dei quattro commissari sono ancora in corso le trattative tra il ministero dello Sviluppo e quello dell’Ambiente, mentre per la presidenza restano alte le quotazioni di Umberto Veronesi. In ogni caso, ha spiegato Romani, «le nomine sono all’ordine del giorno e verranno fatte assolutamente entro l’anno». Una determinazione confermata anche dalle parole di Conti, che ha definito il ministro «un convinto assertore del nucleare intenzionato a definire con rapidità le disposizioni necessarie per dare impulso al progetto».
In ballo, chiaramente, non c’è solo l’Agenzia, ma un pacchetto di interventi su cui lo Sviluppo economico non ha smesso di lavorare negli ultimi mesi. A seguire con attenzione il dossier è stato il sottosegretario Stefano Saglia, che continuerà ad occuparsi di nucleare anche con Romani. Le deleghe, com’è prassi, devono essere riassegnate. Ma quelle per l’energia ritorneranno in mano all’esponente del Pdl, che proprio in questi giorni è al lavoro, insieme ai tecnici del ministero, per la definizione di una serie di misure urgenti. In dirittura d’arrivo, già nelle prossime settimane, c’è la delibera del Cipe sulle tecnologie per il nucleare. La questione è centrale e strategica. La definizione delle caratteristiche tecniche che dovranno avere gli impanti italiani è infatti strettamente collegata alle imprese che potranno essere della partita. Il governo è fortemente intenzionato a lasciare il campo aperto sia ai francesi, che lavorano con i reattori Epr realizzati da Areva, che agli americani, che prediligono invece la tecnologia AP1000 di Westinghouse. In entrambi i casi avrà un ruolo di primo piano la nostra Ansaldo Nucleare, che lavora con entrambe le tecnologie e ha già firmato protocolli di intesa sia con Areva sia con Westinghouse. Saglia negli ultimi mesi si è speso molto nel tentativo di favorire la creazione di un secondo consorzio che si affianchi a quello Enel-Edf. In prima fila, tra le imprese italiane, c’è A2A, con il presidente Giuliano Zuccoli che si è più volte detto pronto a scendere in campo alla guida di un’aggregazione di medie e piccole utility. Ma a scaldare i muscoli ci sono anche colossi internazionali come la francese Gdf e la tedesca E.On, ansiose di allargare il proprio business in Italia.
Accanto a questo, il sottosegretario allo Sviluppo sta mettendo a punto una seconda delibera Cipe relativa alla definizione dei consorzi. L’idea è quella di dare la possibilità, secondo un modello che ha funzionato molto bene in Finlandia, ai produttori di associarsi con i cosiddetti energivori, ovvero le imprese che hanno alti consumi di energia per distribuire costi e vantaggi del progetto nucleare. Il governo sta infine lavorando alla stesura del decreto sulla Strategia nucleare. Un documento programmatico concertato tra i ministri dello Sviluppo, delle Infrastrutture e dell’Ambiente che conterrà tutti gli obiettivi strategici del progetto. Sempre in materia energetica ieri Romani ha promesso all’ad Flavio Cattaneo una rapida definizione dei problemi autorizzativi che stanno bloccando attualmente 9 progetti infrastrutturali di Terna del valore di 2 miliardi.
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