mercoledì 13 ottobre 2010

Anche il Dow Jones premia l’innovazione di Finmeccanica

Circa 35mila dipendenti su 73mila impegnati nel settore dell’innovazione (+10% rispetto al 2008). Quasi 2 miliardi di euro investiti in attività di ricerca e sviluppo (+10% sul 2008). Balzo del 36% del portafoglio brevetti rispetto all’anno precedente. Dodici milioni investiti nel miglioramento delle performance ambientali degli impianti. Trentaquattro milioni in salute e sicurezza. Riduzione tra il 2006 e il 2009 delle emissioni di Co2 per 12.000 tonnellate, programmi per il risparmio energetico (23GWh di elettricità e 1.600.000 metri cubi di gas risparmiati solo nel 2009) che hanno consentito di diminuire del 12% i consumi, sistemi innovativi per la cattura dei gas nocivi e impegno sull’utilizzo delle fonti rinnovabili. E ancora progetti di solidarietà in Abruzzo, in Camerun, in Congo e in Nigeria.

 Dopo aver rastrellato premi e riconoscimenti in ogni parte del mondo, anche il Dow Jones si è accorto di Finmeccanica. Da quest’anno, per la prima volta, il titolo del gruppo guidato da Pier Francesco Guarguaglini è stato ammesso negli indici mondiale ed europeo (Dow Jones Sustainability Indexes World and Europe) che valutano le performance delle aziende in termini di sostenibilità economica, ambientale e sociale. 
Un traguardo reso ancora più prestigioso dal fatto che nell’ambito delle quattro società selezionate dal DJSI World per il settore Aerospazio e difesa, su un totale di 30 società sottoposte a valutazione, Finmeccanica è stato l’unico gruppo di nuova ammissione. Così come è accaduto per l’indice di sostenibilità europeo, dove le società erano tre su 13 sottoposte a valutazione.
A livello mondiale il colosso italiano dell’aerospazio si va ad aggiungere ad altri big del calibro di Bombardier, United Technologies e Rolls Royce. A livello europeo Finmeccanica spodesta Bae System e si affianca a Rolls Royce ed Eads.

L’ad del gruppo si è detto molto soddisfatto del duplice risultato, che «premia l’impegno assunto dal gruppo verso uno sviluppo sostenibile, inteso come percorso dinamico che evolve con il mondo e che per questo richiede una continua volontà di miglioramento». I risultati fin qui raggiunti, ha proseguito il manager, «ci inducono a proseguire con ancor più determinazione nella direzione intrapresa, anche perché dimostrano con chiarezza come la crescita di un’impresa e la risposta alle attese dei suoi stakeholder siano percorsi paralleli, strettamente connessi l’uno all’altro».
L’impegno di Finmeccanica verso la sostenibilità del proprio business si basa sull’applicazione di metodi, processi e indicatori che garantiscono performance di eccellenza su tre versanti fondamentali.
In primo luogo la sostenibilità economica, con una gestione del business che ha garantito negli anni la crescita dei ricavi e della redditività del gruppo. Sul fronte del sociale, l’azienda ha lavorato molto sulla trasparenza nella gestione del personale e sulla creazione di una nuova cultura d’impresa tramite la valorizzazione dei talenti, della creatività e del merito, anche con programmi specifici dedicati come il Master Fhink. A questo si aggiungono le iniziative più specificamente sociali, come il programma di formazione Mwana Simba per aiutare la formazione di giovani in Africa o  Finmeccanica per l’Abruzzo, un progetto promosso insieme ai sindacati nazionali e a Federmanager che ha permesso, grazie ai contributi arrivati da tutti i dipendenti del gruppo e direttamente dalla società di raccogliere 4,2 milioni di euro utilizzati sia per erogazioni individuali sia per finanziare programmi di ricerca all’Università dell’Aquila.
Per quanto riguarda, infine, la sostenibilità ambientale, il gruppo guidato da Gurguaglini ha, tra le altre cose, messo in atto un programma di efficientamento energetico che ha consentito di evitare emissioni in atmosfera per circa 7.600 tonnellate di anidride carbonica e ha sviluppato primi impianti di autoproduzione energetica realizzati nel campo delle fonti rinnovabili.

© Libero