sabato 23 ottobre 2010

Paradosso Terzigno. Hanno la regione con meno discariche. Eppure insorgono

I cittadini di Terzigno protestano, occupano, incendiano. Senza considerare che quella discarica che il governo cerca di far funzionare in base al piano messo a punto nel 2008 quando Napoli era invasa dai rifuti serve proprio a riportare l’area nelle medie italiane. Già, perché la Campania è in fondo alla classifica nazionale per raccolta differenziata, per numero di termovalorizzatori e, inutile dirlo, per numero di discariche. Su quest’ultimo punto, accanto alla realizzazione del nuovo inceneritore di Acerra, si è concentrato l’intervento del governo, che ha portato i siti da tre a cinque, mettendo in cantiere l’apertura di altre tre discariche.

Alcune cifre possono aiutare a capire qual è la situazione di Napoli. Bisogna ricordare, innanzitutto, che lo smaltimento in discarica rappresenta ancora, a livello nazionale, circa il 45% dei rifiuti complessivamente gestiti nel 2008 mentre nell’insieme le altre tipologie di recupero, trattamento e smaltimento rappresentano oltre la metà dei rifiuti gestiti (55%). La produzione nazionale di rifiuti urbani è di 32,5 milioni di tonnellate. Ma vediamo qualche confronto. Al 2008 in Lombardia, con una popolazione di circa 10 milioni di residenti, e una delle regioni che nel passato ha conosciuto l’emergenza, risultavano 77 impianti di compostaggio di rifiuti selezionati, di cui attivi 63 per una potenzialità totale autorizzata di 918.917 tonnellate di cui trattate 756.620. Sedici gli impianti di altrettanti comuni solo nel milanese. In Campania, con una popolazione di circa 6 milioni di abitanti, risultavano nel 2008 solo 10 impianti, di cui 6 attivi. Inattivo risultava quello di Caivano nel napoletano. La potenzialità totale autorizzata per tutti gli impianti era di 171.500 tonnellate, 26.282 invece quelle trattate.

Gli inceneritori
Per quanto riguarda gli inceneritori, al 2008 in tutta Italia gli impianti operativi erano 49 rispetto ai 47 dell’anno precedente. Quasi il 60% di quelli operativi erano localizzati nel nord Italia. In dettaglio, in Lombardia 13 impianti, in Emilia Romagna 8; in sostanza, 2/3 dei 28 impianti operativi al Nord, sono localizzati in due sole regioni. Nelle regioni del Centro erano operativi, al 2008, 13 impianti. Dal 2009 in Campania è stato avviato l’unico impianto, quello di Acerra.
Sulla raccolta differenziata i numeri sono impietosi. Nel 2009 la percentuale è del 30,6% sulla produzione totale dei rifiuti in Italia (al Nord 45,5%, al Centro il 22,9%, al Sud il 14,7%). A Napoli la differenziata ha visto invece un calo dall’11,5% del 2007 al 9,6% del 2008. Tra le regioni, Trentino Alto-Adige in testa con il 56,8%, seguito dal Veneto (52,9%). Al centro bene la Toscana con il 33,6%. Al Sud la Campania registra un +5,5% grazie alle province di Avellino (36,9%) e di Salerno (33,3%) e malgrado i risultati delle province di Napoli (14,8%) e Caserta (11,5%).

Sforzi inutili
La guerriglia scatenata a Terzigno non sembra comunque legata alla situazione di arretratezza nel campo dei rifiuti in cui ancora versa il napoletano. Come ha spiegato il sottosegretario alla Protezione civile Guido Bertolaso il problema non sono le discariche. «Le cinque consegnate durante il commissariamento» ha osservato, «hanno ancora una capienza notevole: sono in grado di ricevere oltre 1 milione di tonnellate di rifiuti». Il problema di Terzigno, secondo il sottosegretario, «nasce dal disagio per il cattivo odore, per il passaggio dei camion e per tutte le altre situazioni che caratterizzano una gestione precaria di una discarica. Ma nel dicembre scorso era assolutamente a norma». Anche Silvio Berlusconi ha detto che la strada da seguire quella delineata dal piano approvato nel 2008 che offre «una soluzione non temporanea, ma assolutamente valida e duratura» attraverso l’avvio dei due termovalorizzatori di Napoli e Salerno.


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