venerdì 15 ottobre 2010

Tremonti apre la fase due: «Dopo il rigore il nuovo fisco»

Dopo il rigore, la crescita. È questo il messaggio lanciato da Giulio Tremonti, che ieri ha coronato il suo sogno presentandosi al Consiglio dei ministri con una Finanziaria senza testo, così come prevede la nuova legge di stabilità. Solo numeri e tabelle, incomprensibili ai più, con cui il ministro dell’Economia ha sostanzialmente confermato i saldi di bilancio della manovra triennale approvata prima dell’estate. Pochi fogli su cui, in un pugno di minuti, il responsabile di Via XX Settembre ha incassato il via libera del governo, con tanto di voto di fiducia per superare lo scoglio parlamentare.

Ci sono 13,5 miliardi in più che ballano tra il 2011 e il 2013, ma Tremonti assicura che si tratta solo di una rimodulazione delle risorse che non avrà alcun effetto sui conti pubblici. Si abbassa un po’, da 12 miliardi a 11,6 la riduzione dell’indebitamento prevista per il 2011, ma per il 2012 e il 2013 resterebbero confermati gli obiettivi della Decisione di finanza pubblica: una sforbiciata al saldo di bilancio di 25 miliardi l’anno.
La sensazione, a dire il vero, è che la partita non sia affatto chiusa. «Il documento riflette la contabilità in atto e non opera, non introduce varianti rispetto all’impianto di luglio», ha spiegato lo stesso Tremonti, aggiungendo che «se ci sono opportunità o necessità, come ogni anno, saranno gestite con il decreto di fine anno». Si vedrà, dunque, col solito milleproroghe. In quella sede, probabilmente, si affronterà anche il problema delle risorse per la riforma Gelmini. Il responsabile di Via XX Settembre ha promesso che il governo farà il possibile. E anche Umberto Bossi si è detto ottimista:  «Tremonti è come Bismarck, un cancelliere di ferro, ma i soldi alla fine si troveranno». Tutt’altra l’opinione del ministro dell’Agricoltura, Giancarlo Galan: «È una tragedia. Non ci sono soldi».

Ma quello che preme adesso al ministro è uno scatto sul fronte del “fare”. Una risposta a chi lo accusa di aver operato solo sul fronte del rigore, senza pensare alla crescita. Ma anche il frutto di un input preciso arrivato da Silvio Berlusconi, che vuole mettere in cantiere interventi concreti in vista di una più che possibile conclusione anticipata della legislatura. «Oggi abbiamo la legge di stabilità da domani cominciamo a lavorare, e già molto abbiamo lavorato, sullo sviluppo», ha detto il ministro. Insomma, parte la fase due. Che prevede interventi su alcuni punti in particolare: il rilancio del nucleare,  la riforma della pubblica amministrazione, un piano per il Mezzogiorno e infine la riforma del fisco. Proprio da qui si comincia.
Tremonti ha annunciato che il confronto sulle tasse partirà già mercoledì prossimo con una prima riunione.
Chi si aspetta tagli e sforbiciate, però, rischia di rimanere deluso. I primi passi del ministro sembrano rivolti principalmente alla riorganizzazione e alla semplificazione. Nell’attuale sistema ci sono «242 regimi di esenzioni e agevolazioni, questo vuol dire che l'eccezione è la regola», ha spiegato Tremonti annunciando che proprio questo sarà uno dei punti «da discutere con le forze sociali ed economiche».

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