sabato 16 ottobre 2010

Roma batte Berlino. L'export fa +31%

Proseguono i segnali di risveglio dell’economia. A fare la differenza, ancora una volta il mese delle vacanze per eccellenza. Così come la produzione (balzata del 9,5%, seconda in Europa solo alla Germania), ad agosto hanno spiccato il volo anche le esportazioni. L’impennata è stata del 31,5%, rispetto allo stesso mese del 2009, un rialzo che non si vedeva da oltre quindici anni, ovvero dal maggio del 1995. In questo caso, fa notare Assocamereestero, abbiamo non solo tallonato, ma superato la locomotiva tedesca (+23,6%).

La notizia è ottima soprattutto per le Pmi. Uno studio presentato giovedì da Confapi e Unicredit dimostra infatti che il saldo sugli ordinativi e il fatturato per le piccole imprese esportatrici sono in territorio positivo, rispettivamente 2% e 2,2%, contro il -29,9% e -31,8% delle imprese che non esportano. Il che traccia, si legge nel documento, «una netta linea di demarcazione tra le imprese che si definiscono esportatrici e le imprese che non esportano: colpisce il fatto che le prime hanno un quadro notevolmente migliore delle altre anche sul mercato interno». A trainare il made in Italy sono coke e prodotti petroliferi raffinati (+48%), computer e altri apparecchi elettronici ed ottici (+45,9%). Registrano forti aumenti anche i settori della chimica e del tessile. Guardando alla direzione dell’export, l’andamento tendenziale è stato positivo per entrambe le aree di sbocco, sia all’interno dell’Unione europea che fuori dai suoi confini. Tra i principali partner comunitari, i rialzi più significativi hanno interessato i Paesi Bassi (+46,5%), il Regno Unito (36%) e la Germania (+35,9%). Tra i principali partner extra-Ue, i maggiori incrementi si sono registrati per la Cina (+60,9%).

L’accelerazione delle esportazioni, però, riguarda solo il confronto con il 2009. Rispetto a luglio lo sprint rallenta, segnando un calo dell’1,6% (dato destagionalizzato), il secondo consecutivo. Un’altra ombra riguarda il deficit della bilancia commerciale, salito ad agosto a 3,3 miliardi (il doppio dello stesso mese dell’anno scorso), salito a causa delle importazioni cresciute del 38,1%. Nei primi otto mesi del 2010 il disavanzo è di 15,8 miliardi, ma al netto di petrolio e gas naturale il saldo sarebbe positivo per 18,3 miliardi. Per il vice ministro allo Sviluppo Economico, Adolfo Urso, non si può, riposare sugli allori:«Adesso non bisogna abbassare la guardia perché i colpi di coda della crisi potrebbero sempre manifestarsi. occorre un piano di sostegno all'internazionalizzazione».
 
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