Interrompere il meccanismo degli incentivi sulle energie rinnovabili. Lo dice il ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, mentre il titolare dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo assicura che non ci sarà «alcuna marcia indietro sugli impegni Ue». L’operazione sforbiciata è contenuta nel decreto legislativo (in attuazione di una direttiva Ue in materia) che sarà in discussione nel preconsiglio dei ministri di oggi, contro il quale hanno manifestato ambientalisti e aziende. Il via libera è previsto entro questa settimana. Il risultato del provvedimento, secondo le associazioni e gli imprenditori delle rinnovabili, sarebbe uno stop agli incentivi che inciderebbe anche su quegli impianti in attesa dell’allaccio alla rete con «conseguente perdita dell’investimento». I punti principali sono tre: stop agli aiuti dal gennaio 2014 oppure al raggiungimento del tetto al fotovoltaico a 8.000 megawatt; taglio retroattivo del 30% per gli incentivi per l’eolico; sistema di aste al ribasso per i nuovi impianti. «Bisogna interrompere un meccanismo», ha detto Romani, che «è costato 20 miliardi tra il 2000 e il 2010 agli italiani» in cambio del 4,5% di energia prodotta. Sulle rinnovabili l’Autorità per l’energia ha calcolato che l’impatto in bolletta nel 2011 sarà di 5,7 miliardi.
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