Nessuna polemica con i soci e, soprattutto, nessun attrito con Diego Della Valle, che è «un imprenditore che apprezzo moltissimo». Ma nei patti di sindacato delle partecipate continuerà a sedere lui, in barba alle deleghe “girate” all’ad Giovanni Perissinotto.
All’indomani delle schermaglie con il patron della Tod’s sulla presunta gestione “politica” delle quote e dei pacchetti azionari (in particolare Rcs) detenuti dal Leone di Trieste, Cesare Geronzi sembra voler gettare acqua sul fuoco. Il presidente delle Generali, intervenuto al Forex di Verona per ascoltare la relazione del governatore Mario Draghi, sparge ramoscelli di ulivo. «La dialettica», dice, «è cruciale per la vita societaria, a patto che essa sfoci poi in sintesi efficaci, che rappresentino un avanzamento per tutti, per il bene della compagnia, senza personalismi».
Il banchiere di lungo corso nega poi qualsiasi frizione: «C’è un rapporto bellissimo» e «non c’è bisogno di chiarimento: è un film che vedo rappresentato da voi giornalisti, in realtà c’è grandissima armonia». Tutte invenzioni anche gli attriti sulle recenti dimissioni del patron di Luxottica, Leonardo Del Vecchio. «Siete voi», spiega rivolto ai cronisti, «a definirle polemiche». Anche con l’amministratore delegato, Giovanni Perissinotto i rapporti sono «buonissimi». Mentre agli analisti che hanno criticato un suo ruolo troppo esecutivo in Generali, Geronzi risponde: «Sono giovani e hanno il diritto di pensare ciò che pensano». Il presidente della compagnia triestina spiega, infine, di non aver mai avuto nel corso della sua vita «ruoli esecutivi: non li ho pretesi, né li ho qua, né li voglio».
Questo non significa, però, che il vecchio leone abbia intenzione di mollare la presa. Anzi. A chi gli chiede se, dopo il passaggio delle deleghe sulle partecipazioni (avvenuto nel corso dell’ultimo cda con la trasformazione delle quote da strategiche a finanziarie) sotto il controllo diretto di Perissinotto, pensa di continuare a sedere nei patti di sindacato delle società, Geronzi non fa una piega: «Certo». Ma non dovrebbe andare il ceo? «Ma quando mai», replica il banchiere.
Insomma, Della Valle è avvertito. Le quote saranno pure diventate finanziarie, ma per il banchiere di Marino restano strategiche. E se il patron della Tod’s pensa di avere campo libero in Rcs sappia che sempre con lui dovrà avere a che fare, gli piaccia o no. «Se qualcuno litiga con me», avverte ironicamente il presidente del Leone, «è un problema suo. Io non ho mai litigato con nessuno».
Quanto alle Generali, Geronzi dice di essere «soddisfattissimo» della governance e indica nell’immobiliare (che secondo alcuni sarebbe il vero motivo di attriti con Del Vecchio) il settore «ancora da affrontare». Perché pur essendo «nel complesso efficiente» occorre «rafforzare le strutture operative interne e valorizzare al massimo tutte le professionalità». La creazione di valore, spiega, «esige anche questo».
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