sabato 5 febbraio 2011

Decolla il Superjet italo-russo. Già in cassa 170 ordini

In barba alla decisione di Alitalia, che ha preferito rimpolpare la flotta con i più costosi (circa il 25%) velivoli brasiliani Embraer, il nuovo Superjet100, il primo aereo passeggeri russo post sovietico creato dalla joint venture Alenia aeronautica (Finmeccanica) e Sukhoi è pronto al decollo. E agli ordini, che sono già a quota 170. Quest’anno, ha spiegato l’ad di Alenia, Giuseppe Giordo, «dovremmo consegnare dai 6 ai 12 aerei, nel 2012 14 e, a regime, una sessantina l’anno».

Il velivolo, che ha l’ambizione di diventare leader mondiale nella classe dei turbo jet regionali da 90-130 posti, ha ricevuto ieri a Mosca dall’ente nazionale russo per l’aviazione civile il certificato di omologazione. Alla cerimonia, oltre ai dirigenti delle due società, hanno partecipato il ministro russo dell’industria, Viktor Kristenko, e un rappresentante dell’Ente italiano per l’aviazione civile. Il Superjet100 manderà in pensione il Tupolev-132. «Quello di oggi è il primo passo, entro fine anno contiamo di ottenere anche la certificazione europea», ha spiegato Giordo. Le prime consegne saranno quelle al cliente di lancio Aeroflot e alla compagnia armena Armavia. Ma l’obiettivo è «a lungo raggio»: «contiamo di vendere un migliaio di superjet100 in 12 anni, accaparrandoci il 25%-30% del mercato nella classe turbo jet da 90-130 posti». Una posizione da leader mondiale che potrà essere insidiata, ha avvertito il manager, «solo dal brasiliano Embraer E-jet e dal canadese Bombardier C-series, e da quanto saranno in grado di fare cinesi e giapponesi, che però abbiamo già battuto sul tempo».

Di sicuro la Russia non farà mancare il suo sostegno all’operazione. Sul progetto ha scommesso fin dall’inizio lo stesso Vladimir Putin, che nel 2008 firmò il decreto decisivo per sbloccare il programma per la realizzazione dell’aereo di nuova generazione, il più importante progetto nel settore dell’aeronautica civile tra società erupee e la Russia. Una spinta in più arriverà dall’incarico assunto ieri dal direttore generale di Sukhoi, Mikhail Pogosyan, diventato presidente della potente United Aircraft Corporation (Uac), la holding che controlla la maggior parte dell’industria aeronautica russa (in linea, inutile dirlo, con gli orientamenti del Cremlino).

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