lunedì 21 febbraio 2011

La sfida del governatore del Friuli: «Senza aiuti dal governo faremo il porto di Trieste da soli»

«Se la situazione non si sblocca in fretta io vado avanti lo stesso su Monfalcone». Non lo dice apertamente il governatore Renzo Tondo, ma è facile capire che la pazienza sta per esaurirsi. I continui stop and go del governo sul maxiprogetto per i porti dell’Alto Adriatico rischiano non solo di far saltare l’investimento da quasi un miliardo messo sul piatto da Unicredit e dal colosso danese della logistica Maersk. Ma anche di far cambiare direzione a quei soldi verso altre rotte, come quella che porta alla vicina Capodistria, che risulterebbero assai dannose per le prospettive di business dell’intero piano.

Il presidente del Friuli Venezia Giulia è comunque ottimista: «Credo che entro due settimane la questione potrà risolversi positivamente». Tondo confida molto nell’incontro previsto per la prossima settimana con il ministro delle Infrastrutture. E probabilmente non a torto. Molti raccontano, infatti, che gli attriti che hanno fatto saltare anche l’ultimo vertice di venerdì scorso non siano quelli sull’asse Venezia-Trieste (con il governatore Luca Zaia e il ministro Renato Brunetta da una parte e il collega Franco Frattini dall’altra), ma quelli provocati dall’attivismo del ministro degli Esteri che non sarebbe stato troppo gradito da Altero Matteoli.
Del resto, come conferma il governatore del Friuli, «con Venezia non c’è alcuna competizione. Il progetto della piattaforma lagunare off shore è anzi complementare a quello dei porti di Trieste e Monfalcone. In questo caso parliamo di commercio e di container, lì si tratta invece di accogliere turismo e navi da crociera. Ha ragione Paolo Costa (presidente dell’autorità portuale di Venezia, ndr) quando parla di sinergie».
Ma se sono tutti d’accordo perché non si va avanti?
«Ritengo che tutto sia dovuto ad una mancanza di comunicazione».
Resta il fatto che la firma non arriva e Unicredit scalpita...
«Guardi, ho parlato pochi giorni fa con Ghizzoni e Palenzona e siamo tutti assolutamente determinati ad andare avanti».
E se non c’è il via libera del governo?
«In quel caso concentreremo il nostro lavoro e gli investimenti su Monfalcone, che è un porto regionale su cui posso muovermi senza bisogno di interventi statali».
Si dice, però, che Unicredit abbia accolto con fastidio l’attenzione del governo per Venezia e sia pronta a fare rotta per Capodistria...
«E’ importante ribadire che sia per Venezia che per Trieste-Monfalcone non ci sono finanziamenti del governo. Quanto ad Unicredit, posso sbagliarmi, ma non credo abbia intenzione di rinunciare a Monfalcone».


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