sabato 19 febbraio 2011

L’industria dimezza la crisi. Nel 2010 recuperato il 50% delle perdite

Sarà pure sbagliato esagerare con l’ottimismo, ma fingere di non vedere i segnali positivi che continuano ad arrivare non è più così semplice. Qualche giorno fa l’Inps ha diffuso i dati sul crollo (-25%) della cassa integrazione a gennaio. Giovedì scorso Unioncamere ci ha spiegato che nel 2010 il saldo delle nuove imprese (+ 72mila) è tornato esattamente ai livelli pre-crisi. Ieri, infine, è arrivato il verdetto dell’Istat.  Secondo l’Istituto nazionale di statistica nel 2010 il fatturato dell’industria è aumentato del 10,1% rispetto al 2009, mentre gli ordini sono balzati del 13,9%. In entrambi i casi si tratta del dato più alto dal 2001.

Al di là del record, la notizia importante è che rispetto al -18,9% (-22,7% per gli ordini) registrato nel 2009, nel pieno della crisi, i ricavi dell’industria nell’anno appena chiuso rappresentano un recupero di oltre la metà di quanto era stato perso. Si tratta, come ha detto il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, «di un segnale inequivoco della ripresa» che fa ben sperare anche per l’anno in corso. «I risultati del 2010», ha assicurato il ministro, «sono destinati a riprodursi. Non si tratta solo di ricostituzione delle scorte».
Oltre le scorte
A trainare la ripartenza è stato principalmente il mercato estero. La crescita del fatturato dovuta alle esportazioni è stata del 16%. Ancora più forte il peso dell’export sugli ordini, balzati del 21,2%. Segno che, per quanto le cose vadano bene, ancora manca lo stimolo della domanda interna. Un motore che potrà essere rimesso in movimento soltanto con una ripartenza dei consumi molto più robusta di quella assai timida registrata finora.

Dati in controluce quelli relativi a dicembre. L’ultimo mese del 2010 ha visto il giro d’affari arretrare leggermente su novembre (-0,3%), mentre l’aumento annuo si è confermato su livelli alti, a +11,8% (+8,4% il dato corretto per i giorni lavorativi). Meglio gli ordini, che dopo la flessione congiunturale del mese precedente, hanno rialzato la testa segnando un incremento del 5,4% su novembre e del 17,4% su base tendenziale. Se si guarda ai diversi settori, su base annua, per gli ordini è la metallurgia a ottenere i risultati migliori (+32,5% a dicembre, +24,1% nel 2010). Quanto al fatturato (dati corretti per gli effetti di calendario) si è registrato un vero e proprio boom nella fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (+31,6% a dicembre, +24,4% nel 2010). Meno bene è andato, invece, il comparto dei mezzi di trasporto (-12,1% a dicembre, +6,8% nel 2010). In particolare, per le auto la crisi sembra tutt’altro che finita: a dicembre il giro d’affari è sceso del 3,9% e le commesse dell’11,2%.

Anche per i sindacati (tranne ovviamente la Cgil, che continua a vedere nero) i segnali non lasciano molto spazio alle interpretazioni. «I dati Istat su fatturato e ordini dell’industria sono oggettivamente incoraggianti e possono essere letti come un primo segnale di consolidamento della ripresa economica in atto», ha spiegato Paolo Pirani, segretario confederale Uil. Anche secondo il segretario confederale della Cisl, Luigi Sbarra, «la recessione è superata». La mancata ripartenza della domanda interna, ha però sottolineato il sindacalista, dimostra che «la ripresa economica in atto è ancora troppo debole».

© Libero