venerdì 11 febbraio 2011

Stretta sui mutui, non sui tassi. Per paura di nuove bolle le banche concedono meno prestiti e alzano gli interessi

I tassi aumentano, i paletti pure. Chi si prepara a sottoscrivere un finanziamento per l’acquisto della casa può mettersi l’anima in pace. L’impresa sarà complicata e costosa. Nel quarto trimestre del 2010, infatti, la percentuale di banche segnalanti un irrigidimento netto dei criteri per la concessione di prestiti alle famiglie per l’acquisto di abitazioni è risalita all’11%, dai valori nulli raggiunti nel trimestre precedente.

A fornire la brutta notizia è la Banca centrale europea, che tra i molti allarmi relativi alla difficile situazione economia di Eurolandia lanciati ha dedicato anche qualche passaggio poco rassicurante al settore dei mutui. I dati pubblicati nel bollettino mensile parlano chiaro. E indicano con altrettanta chiarezza quale sia la causa della nuova stretta messa in atto dagli istituti di credito in apparente controtendenza con i segnali di ripresa dell’economia. L’incremento dell’irrigidimento netto dei criteri per la concessione di mutui per l’acquisto di abitazioni, rileva l’Istituto di Francoforte, «sembra essere principalmente riconducibile a un aumento della percezione delle banche dei rischi legati al mercato immobiliare (al 4% dallo 0 del terzo trimestre) e agli andamenti dell’attività economica generale (al 6% dal 2 del trimestre precedente), nonché a costi lievemente maggiori di provvista e a vincoli di bilancio più stringenti (al 5% dal 2% della precedente rilevazione). Infine, il contributo della concorrenza tra istituti bancari a un allentamento dei criteri per la concessione dei mutui per l’acquisto di abitazioni è stato lievemente inferiore rispetto alla precedente rilevazione».
Tradotto in termini più semplici, significa che le banche non vedono nulla di buono all’orizzonte e che fiutano una nuova crisi di liquidità o, perlomeno, una maggiore difficoltà a reperire finanziamenti sul mercato a costi non proibitivi.

In generale, sottolinea la Bce, i termini e le condizioni praticati sui mutui «sono rimasti sostanzialmente invariati, benché i margini sui prestiti più rischiosi abbiano continuato ad ampliarsi (10%, invariati dall’edizione precedente). Nel contempo, gli istituti partecipanti hanno segnalato un calo dell’irrigidimento netto delle condizioni per quanto riguarda i rapporti tra l’ammontare del prestito e il valore delle garanzie (1%, contro un irrigidimento netto del 4% nel terzo trimestre del 2010)». In prospettiva, «le banche si aspettano che tale ripresa dell’irrigidimento netto dei criteri per la concessione dei prestiti si attenui leggermente, mentre il 4% in termini netti si aspetta un ulteriore irrigidimento nel primo trimestre del 2011».

Nell’attesa di un’evoluzione che si spera positiva, nessuno pensi che la stretta sulle concessioni corrisponda ad una convenienza sui costi e sugli interessi. Tutt’altro. Il recente supplemento Moneta e Banche di Via Nazionale ci dice che a dicembre i tassi medi (un calcolo che comprende i mutui variabili e quelli a rata fissa) sono saliti ancora. Il cosiddetto indice Taeg, che include sia i costi di perizia sia le commissioni è passato dal 3,09 di novembre al 3,18%. Si tratta della conferma di una decisa inversione di rotta rispetto ai minimi raggiunti la scorsa primavera. Basti pensare che a maggio l’indice era bloccato a quota 2,69%. Da allora è iniziata una lenta risalita che ha portato fino al dato di dicembre, circa mezzo punto percentuale in più.
Il futuro, purtroppo, non si prospetta incoraggiante sul fronte dei tassi. Ieri, dopo tanti segnali arrivati nelle scorse settimane, la Banca centrale europea ha detto chiaramente che alzerà i tassi d’interesse se l’inflazione in Eurolandia dovesse accelerare. Al momento, ha spiegato il presidente della Bundesbank, Axel Weber,   i tassi sono «appropriati» e la Bce si aspetta che l’inflazione cali sotto la soglia del 2%. Ma, ha detto Weber, «continueremo a monitorare qualsiasi oscillazione» dei prezzi al consumo, che non sia in linea con le attese della banca e «agiremo di conseguenza», ha spiegato, sottolineando «che non ci deve essere nessun dubbio sull’impegno dell’Eurotower di continuare ad assicurare la stabilità dei prezzi nella zona euro». In altre parole, per pagare meno la spesa al supermercato dovremo regalare più soldi alle banche.

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