venerdì 18 febbraio 2011

L’ultimo scoglio dell’atomo: solo un mese per fare la legge

La strada per il ritorno del nucleare resta disseminata da un groviglio di autorizzazioni, pareri, documenti e determinazioni. Lacci e lacciuoli che probabilmente non saranno del tutto sciolti neanche quando le nuove centrali inizieranno a sfornare i primi chilowatt di energia. Ma oggi il governo dovrebbe far partire il conto alla rovescia per superare l’ultimo scoglio legislativo che ancora ostacola la partenza dell’atomo. Sul tavolo del Consiglio dei ministri c’è di nuovo il decreto sui criteri per l’individuazione dei siti e la realizzazione degli impianti. Un provvedimento di fatto già varato e approvato l’anno scorso, ma reso carta straccia dalla sentenza con cui la Corte costituzionale ha ridisegnato il ruolo delle Regioni.

Il problema è che il tempo sta per scadere. La legge delega stabilisce che il provvedimento dovrà ricevere il via libera definitivo entro il 23 marzo. Il che significa che per quella data il governo dovrà varare lo schema di decreto legislativo, ottenere i pareri delle commissioni competenti, del Consiglio di Stato, della Conferenza unificata e dare infine l’ok definitivo. Un iter sostanzioso, che chiudere in poco più di un mese non è impossibile, ma neanche troppo semplice. Soprattutto se a rallentare la corsa ci si mettono i soliti battibecchi tra il ministro dello Sviluppo, Paolo Romani, e quello dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, che stanno ancora discutendo su alcuni cavilli del testo in materia di competenza autorizzative.

Tra le modifiche più rilevanti contenute nel nuovo testo c’è quella che recepisce la sentenza della Consulta. Il decreto stabilisce che che sarà necessario un parere «obbligatorio» delle Regioni, ma che tale parere non sarà «vincolante» visto che «la costruzione e l’esercizio degli impianti nucleari sono considerati attività di preminente interesse statale» e come tali «soggette ad autorizzazione unica», che viene rilasciata con decreto del ministero dello Sviluppo di concerto con gli altri dicasteri competenti. Una formulazione che ha già fatto saltare sulla sedia alcuni governatori, intenzionati a combattere l’atomo con tutti i mezzi. «Il governo persevera nell’errore», ha protestato ieri l’assessore all’Energia dell’Emilia Romagna, Gian Carlo Muzzarelli.
Dovendo correggere il decreto il governo ha comunque colto l’occasione per effettuare una serie di migliorie. Al di là delle numerose limature tecniche, le modifiche intervengono principalmente per snellire e semplificare le varie procedure autorizzative relative agli impianti e alle certificazioni per gli operatori.
Entro tre mesi dall’ok definitivo al decreto il governo dovrà poi emanare il documento programmatico sulla strategia nucleare. Nel frattempo l’Agenzia pere la sicurezza nucleare predisporrà il documento sui criteri tecnici per la scelta dei siti che permetterà di far partire la fase operativa in senso stretto.

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