giovedì 10 febbraio 2011

Banche a rapporto da Draghi in vista degli “esami” europei

 Nuovo confronto fra Mario Draghi e i banchieri. Dopo la partecipazione straordinaria del governatore al comitato esecutivo dell’Abi della scorsa settimana, oggi saranno i sei big a varcare la soglia di Palazzo Koch per la consueta riunione con l’intero direttorio della Banca d’Italia.

Alla riunione parteciperanno i vertici dell’associazione bancaria e quelli dei sei principali gruppi italiani: Intesa Sanpaolo, Unicredit, Mps, Banco Popolare, Ubi Banca e Mediobanca. Si riparte, sostanzialmente, dai temi messi sul tavolo dieci giorni fa e dalla scelta di puntare su rapporti ancora più stretti fra Via Nazionale e istituti di credito.
A richiedere la massima collaborazione possibile è la fase estremamente delicata, caratterizzata da incertezza sul piano politico e su quello economico. Con le banche soprattutto alle prese con problemi legati alla redditività e al rispetto dei requisiti patrimoniali.
L’obiettivo del confronto di domani è quello di entrare nel merito dello stato di salute del settore. Rilevante, in particolare, per i grandi istituti la partita che si gioca nel 2011 sul fronte della liquidità, con oltre 230 miliardi da restituire ai creditori che hanno sottoscritto bond che vanno in scadenza.
Servono operazioni di rifinanziamento che rischiano però di diventare più onerose a causa sia dell’instabilità dei mercati sia di un possibile rialzo dei tassi di interesse su cui la Bce sembra ormai orientata di qui alla fine dell’anno. A pesare è anche il rischio Paese, che fa lievitare il costo del finanziamento.

Riflettori accesi anche sull’impatto delle nuove regole di Basilea 3 e ai correttivi da approntare per far fronte ai problemi posti dal trattamento fiscale che, proprio sul fronte delle perdite sui crediti, rischia di penalizzare le banche italiane rispetto alle concorrenti europee. Un nodo che deve essere sciolto anche in vista del nuovo ciclo di stress test per tutte le banche dell’eurozona. Un esame che, come ha spiegato ieri l’esponente della Bce Christian Noyer, sarà più completo ed ampio del precedente effettuato la scorsa estate.
A lanciare l’allarme sulla tenuta del mondo del credito ieri è stato anche il presidente della Ue, che ha invitato le banche «a mostrare responsabilità e moderazione». Secondo Herman Van Rompuy «affrontare le debolezze delle banche europee è più che mai urgente». Anche per frenare davvero la crisi dei debiti sovrani e prevenirne della altre.
«La debolezza in alcuni segmenti del settore bancario e in Europa», ha infatti spiegato, «è senza dubbio il fattore più importante di contagio nell’attuale crisi dei debiti». L’interazione negativa tra rischi sui debiti sovrani, rischi bancari e bassa crescita, ha concluso, «è una delle principali minacce alla stabilità finanziaria, alla fiducia e quindi alla ripresa».

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