venerdì 25 febbraio 2011

Rimborsi e condoni. La casta non taglia i regali alla politica

Basta assalti alla diligenza? Stop agli aumenti di spesa? Napolitano o no, alla fine la casta vince sempre. Il nuovo milleproroghe riveduto e corretto sulla base dei rilievi sollevati dal capo dello Stato somiglia molto a quello vecchio. Almeno per quanto riguarda i regali ai partiti. I provvedimenti introdotti in Parlamento (e recepiti dai vari maxiemendamenti del governo) con una rara (ma puntuale) armonia bipartisan fra maggioranza e opposizione sono passati praticamente indenni al taglio chiesto dal Colle.

In particolare, nell’ultimo maxiemendamento su cui oggi sarà votata la fiducia, e che dovrà poi passare in tutta fretta al Senato per l’ok definitivo entro il 27 febbraio, non compare alcuna modifica per le sanatorie su affissioni abusive e rimborsi elettorali e sulla reintroduzione dei gettoni di presenza per i consiglieri municipali.
I primi due “condoni” sono ormai un classico del milleproroghe da diversi anni. Un nocciolo duro che resiste a qualsiasi scenario politico. Qualunque sia la coalizione di governo, c’è sempre qualche partito che rischia di restare a bocca asciutta. E la solidarietà corporativa scatta senza indugio. Questa volta è toccata alla lista civica Insieme per Bresso. Le polemiche sui riconteggi hanno provocato un ritardo della richiesta di rimborso per le spese elettorali oltre i termini previsti. Nessun problema: il Pd presenta un bell’emendamento e il Pdl lo vota. Risultato: la norma è restata nel milleproroghe.

Stesso discorso per i volantini. Secondo i Radicali, che da anni si battono per sanzionare i blitz notturni con cui i partiti imbrattano abusivamente le città di volantini e manifesti elettorali, i Comuni incasserebbero di multe qualcosa come 100 milioni di euro. Si dovranno accontentare di qualche migliaio. La norma contenuta nei milleproroghe degli ultimi anni c’è anche questa volta (emendamenti Pd, Pdl e Lega). E permetterà ai partiti di sanare la vicenda pagando solo mille euro a provincia. Una beffa, se si pensa che in molti comuni ci sono ordinanze anti-degrado che puniscono i “graffitari” con multe fino a 500 euro.
L’ultima è una sorta di new entry, non fosse altro perché il privilegio è stato abolito da poco. Si tratta dei gettoni di presenza per i consiglieri municipali delle città con più di 250mila abitanti. Il rimborsino per ogni partecipazione a un consiglio o a una commissione è solo di 50 euro. Ma se si pensa che una città come Roma ha 20 municipi con 24 consiglieri ciascuno il discorso cambia. Non solo. Al costo per i contribuenti bisogna aggiungere anche il rimborso che il Comune versa al datore di lavoro per i permessi cui i dipendenti hanno diritto per svolgere incarichi politici.

Tra i “favori” sopravvissuti c’è poi quello alle banche sull’anatocismo (un dono che qualcuno stima di 20-30 miliardi). Il maxiemendamento conferma la versione uscita dal Senato che in sostanza riscrive la sentenza con cui la Cassazione ha allungato i tempi di prescrizione per chiedere il rimborso degli interessi illecitamente percepiti dalle banche. L’unica clausola a tutela dei clienti riguarda il diritto di non restituire soldi già ottenuti dagli istituti di credito. Ha qualcosa, però, la politica ha dovuto rinunciare. Roma e Milano, ad esempio, dovranno dire addio, almeno per ora, al rimpolpamento di giunte e consigli comunali. Saltata anche la norma che sospendeva per tutto il 2011 le demolizioni delle case abusive in Campania. Sugli incroci tra stampa e tv, infine, è scomparso lo slittamento del divieto fino al 31 dicembre 2012. Dal prossimo primo aprile i proprietari di emittenti potranno comprare giornali.

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