lunedì 7 febbraio 2011

Tremonti prepara la "frustata"

Una frustata. È questo il termine utilizzato da Silvio Berlusconi per definire il pacchetto di interventi messo a punto con Giulio Tremonti che martedì sarà sul tavolo del Consiglio dei ministri. «La ripresa economica c’è in tutti i Paesi europei e anche in Italia, ma è ancora lenta», ha spiegato il Cavaliere in collegamento telefonico con una iniziativa organizzata da Domenico Scilipoti, coordinatore del gruppo dei responsabili, «presenteremo al prossimo Cdm un piano straordinario per dare, come si dice, una frustata al cavallo dell’economia. Abbiamo vissuto una crisi economica che ancora non è passata».

Al centro della scossa ci saranno con tutta probabilità la riforma dell’articolo 41 della Costituzione sulla libertà d’impresa, il rilancio del piano Casa, un piano Sud che preveda defiscalizzazione e deregolamentazione immediate, la riforma dei servizi pubblici locali. Quattro mosse a cui potrebbe aggiungersi qualche iniziativa a sorpresa su cui sta lavorando il ministro dell’Economia. Di sicuro, però, non ci saranno né misure di spesa, né interventi che potrebbero alleggerire il gettito dello Stato su cui Tremonti si affida per rispettare gli impegni europei. Assolutamente a costo zero, anzi a somma positiva in prospettiva, è la proposta di riscrivere la Costituzione per liberare le imprese dai lacci della burocrazia dei processi autorizzativi. L’idea di base è il fondamento del liberismo puro, ovvero che sia lecito tutto quello che non è esplicitamente vietato.

Un obiettivo che si dovrebbe conseguire attraverso l’abolizione dei controlli preventivi per le imprese. Per quanto riguarda il piano per il Mezzogiorno, due sono i pilastri: l’utilizzo dei fondi strutturali europei, che attualmente risultano impiegati solo per l’8,2% delle risorse disponibili, e la fiscalità, che sarà di vantaggio per alcune aree e perderà la caratteristica a pioggia di molti finanziamenti.  Sul primo fronte, il governo pensa a un piano di opere pubbliche. Sul secondo, si parla, per le nuove imprese, di una consistente riduzione dell’Irap e di un mix di detrazioni e deduzioni che consenta di alleggerire il carico fiscale senza però incidere sulle entrate complessive per l’erario. Per il piano casa, già varato nelle sue linee sostanziali, si tratterebbe di aggirare i veti delle amministrazioni locali che ne hanno finora bloccato l’operatività. Sui servizi pubblici locali, infine, il governo punta a meccanismi che consentano una consistente apertura alle imprese private per guadagnare efficienza e qualità. La riforma dovrebbe riguardare innanzitutto i principi di concorrenza e trasparenza. 

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