giovedì 10 febbraio 2011

Anche a Trento si duella sulla banda larga

Ci risiamo. Pure a Trento si duella sulla banda larga. Ieri il presidente della provincia di Trento, Lorenzo Dellai, e l’ad di Telecom, Franco Bernabè, hanno firmato un memorandum di intesa che dovrebbe portare in tre mesi alla costituzione di una società a capitale misto per realizzare la rete in fibra di nuova generazione.

La provincia apporterà 60 milioni, mentre Telecom conferirà alla società Trentino Ngn «asset di analogo valore». Il valore complessivo dell’operazione, con l’obiettivo di coprire il 100% del territorio in fibra «è stato stimato in 400-410 milioni di euro». Tutto liscio? Macché. Solo 24 ore prima a Trento si sono presentati anche Fastweb, Vodafone e Wind con una propria proposta di piano per lo sviluppo infrastrutturale. L’incontro, si legge in un comunicato abbastanza eloquente, viene considerato «un importante passo avanti per garantire a tutti gli attori una partecipazione aperta e trasparente alla realizzazione del progetto». Per capire che dell’ennesimo duello tra ex monopolista ed operatori alternativi si tratta, basta andare qualche riga più sotto, dove si legge che il piano si propone «di garantire il ritorno economico del progetto nel medio termine e di favorire la partecipazione di tutti gli operatori al fine di porre i presupposti per la sua sostenibilità anche nelle aree meno profittevoli». Una stoccata a Telecom, che, invece, intende coprire solo il 60% delle unità abitative, nell’area più profittevole. Da Trentino Ngn, per ora, ci tengono a precisare che il memorandum di ieri non prevede alcuna negoziazione esclusiva e che è intenzione della provincia verificare con tutti gli altri operatori l’effettivo interesse al progetto. Insomma, la partita è aperta. Come ha spiegato Laura Rovizzi, ad di Open Gate Italia, società di consulenza che affianca la provincia, l’importante è che si arrivi «a dotare di infrastrutture in fibra un territorio che, essendo montano, richiede sforzi e determinazione per realizzare un accesso diffuso e capillare alla nuova rete». 

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