martedì 8 febbraio 2011

Brunetta infuriato: "Ichino è come il dottor Jekyll e mister Hyde"

«Il dottor Jekyll e mister Hyde». Renato Brunetta non vuole commentare la stroncatura comparsa ieri sul Corriere della Sera a firma Pietro Ichino. Ha intenzione di affidare una replica al vetriolo alle stesse colonne scelte dal giuslavorista del Pd. Ma quelle affermazioni sulla “capitolazione del ministro” e “sull’azzeramento della riforma” anti-fannulloni non gli vanno davvero giù. E allora non si trattiene: «Proprio lui», tuona, «ma come si fa? Siamo di fronte al dottor Jekill e a mister Hyde».

Inutile chiedergli se ci sia qualche elemento di verità nell’analisi di Ichino. L’unica verità, risponde, «è che a quanto pare il professore soffre di solitudine». Ed è in cerca di amici, pensa ma non dice il ministro, che evidentemente considera l’affondo del giuslavorista dovuto a considerazioni né scientifiche né oggettive. L’idea di Brunetta è che l’accordo firmato venerdì scorso con Cisl e Uil sui salari di produttività, che Ichino considera una sorta di pietra tombale, non sposta di una virgola gli obiettivi e il senso della riforma che ha introdotto il sistema premiale nella Pa. Il nodo è quello delle risorse da destinare alla parte variabile del contratto, quella integrativa o di secondo livello. La riforma è partita alla fine del 2009, ma nel luglio del 2010 sono scattati i tagli lineari voluti da Tremonti. Risultato: niente aumenti salariali, niente avanzamenti di carriera, incentivi e promozioni fino al 2013. In queste condizioni, senza alcuna risorsa aggiuntiva a disposizione, era praticamente impossibile rendere immediatamente operativa la riforma, soprattutto in assenza di un rinnovo contrattuale che rimoduli anche il rapporto tra parte fissa e variabile. Di qui la “tregua” siglata venerdì scorso, che affida l’entrata in vigore del sistema premiale al cosiddetto dividendo di efficienza, ovvero i risparmi realizzati dalla Pa. Una soluzione temporanea per Brunetta, la fine di tutto per Ichino. 


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