Avanti tutta sulla fusione con Chrysler, piena fiducia a
Sergio Marchionne e addio all'Italia di Fiat Industrial. Nessun
ripensamento, nessun cambio di rotta. Intervenendo all'assemblea di Exor
il presidente e ad John Elkann (che ricopre lo stesso incarico in Fiat)
ha confermato tutti gli obiettivi del gruppo. Primo fra tutto quelli
americano: «È molto prematuro dire oggi come avverrà e di cosa c'è
bisogno. Ciò che è sicuro è che da parte di Exor c'è l'assoluta
convinzione che bisogna andare avanti e che Fiat e Chrysler devono avere
un futuro insieme».
E
ancora: «Sedi più piccole danno più possibilità di strutturare
l'aspetto societario, ma le attività in Italia non solo esisteranno e
rimarranno, ma aumenteranno le potenzialità. Quello che produciamo qui e
i lavoratori degli stabilimenti italiani hanno una grande opportunità
dall'espansione nel mondo. Quello che conta è avere costituito una
grande società globale e di avere dato a chi ci lavora, tra cui una
forte componente è italiana, molte possibilità di crescere».
Quanto
a Fiat-Chrysler Elkann ha spiegato che «ogni giorno che passa le due
società sono più vicine». Tempi e modalità, però, «sono tutti aspetti
che non abbiamo definito, è prematuro dare indicazioni». I riflettori,
comunque, sono tutti puntati sulla decisione della Corte del Delaware
che a fine luglio dovrà stabilire il valore del 3,3% di Chrysler
detenuto dal fondo Veba. Da lì si capirà se l'intero pacchetto del 41,5%
(sempre in mano al fondo del sindacato metalmeccanico Usa) ha un valore
che si avvicina più a 4,3 miliardi o ad 1,8 miliardi, che è la cifra
che si avrebbe se i giudici dovessero valutare congrua l'offerta del
Lingotto di 140 milioni (Veba ne vorrebbe 342) per esercitare l'opzione
sul 3,3% . «Oggi è importante arrivare al verdetto», ha detto Elkann,
aggiugendo, però, che non «si esclude che si possa fare un accordo
prima». Anche se la Fiat resta «covinta delle sue ragioni». Anche su
questo fronte la probabilità che il gruppo lasci l'Italia è più che
concreta. Elkann, per ora, mette le mani avanti. «Per quanto riguarda
sedi legali, fiscali e quotazione sono tutti aspetti tecnici che devono
essere visti nel momento in cui le operazioni si fanno per dare il
migliore quadro alla società».
Sul futuro di Sergio
Marchionne, che alcuni danno in uscita dopo la fusione, Elkann ha
assicurato che il manager resterà ancora a lungo nel gruppo. «C'è questa
data del 2015 perché per quella data Marchionne spera che le cose
saranno completate, ma c'è sempre molto da fare e sono convinto, anche
per aver parlato con lui, che sarà con noi ancora per tanti anni a
venire».
E oggi l'ad del Lingotto incontrerà il nuovo
ministro dello Sviluppo. Vertice su cui Elkann è ottimista. «Con
Zanonato», ha detto, «si parlerà della presenza oggi in Italia che è
importante e soprattutto di quanto questa presenza sia potenziata dalla
dimensione mondiale del gruppo».
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