sabato 4 maggio 2013

Riforme, poltrone, soldi: per Letta una grana al giorno

Lunedì serà andrà a Madrid dal premier Mariano Rajoy per uno strascico di tour europeo. La mattina sarà prima all’Expo di Milano e poi, subito dopo, alla Borsa, per seguire la relazione annuale della Consob. Nel corso della settimana è poi previsto un incontro col presidente dell’Europarlamento, Martin Schulz, e col segretario di Stato Usa, John Kerry. Ma le speranze degli italiani di avere ragguagli sul programma, visti come sono andati gli impegni pubblici dei giorni scorsi, sono appese anche all’ospitata da Fabio Fazio a Che tempo che fa, prevista per domenica sera. Delle serie: non si butta via niente.

Enrico Letta continua a ripetere come un mantra che «non c’è tempo» e che «bisogna correre». Ma la sensazione è che il premier sia più impegnato a sciogliere le mille micropolemiche già esplose all’interno della maggioranza che a trovare la quadra sulle misure economiche da mettere in campo. A partire da quelle che hanno travolto il nuovo sottosegretario alle Pari Opportunità, Micaela Biancofiore, accusata di omofobia. Ma i problemi non mancano anche sulla Convenzione per le riforme istituzionali, con il muro alzato sul nome di Silvio Berlusconi che sta facendo salire la tensione tra gli alleati di governo. Tensione alimentata pure dalle trattative sulle commissioni parlmentari, che ieri, al primo incontro interlocutorio tra i gruppi, hanno già registrato divergenze e contrasti non facilmente risolvibili.

Siamo una squadra
Non sono casuali le parole utilizzate da Letta al termine del il giuramento di viceministri e sottosegretari. «Da oggi», ha detto, ognuno deve cambiare, chi viveva un’esperienza politica di parte o un’esperienza professionale settoriale. Da adesso siamo tutti al servizio del paese, siamo una squadra, senza spirito di parte». Subito dopo, nella stessa ottica, l’appello alla «concretezza nella realizzazione degli obiettivi» perché «se facciamo così, vincerà il Paese». Poi il presidente del Consiglio ha invitato tutti, di nuovo per tentare di gettare acqua sul fuoco e prevenire ulteriori incidenti, ad avere «grandissima attenzione nella sobrietà, sia nell’organizzazione del lavoro, sia nelle parole che si dicono».
Stando ad un sondaggio di Swg per la trasmissione Agorà, la fiducia degli italiani nei suoi confronti sarebbe ancora alta, al 62%. Il premier sa bene, però, che da questo momento, sarà giudicato dalle azioni dei suoi primi 100 giorni. L’obiettivo è mettere in cantiere provvedimenti che consolidino la maggioranza e comincino a ridare fiato a famiglie e imprese. Per questo le priorità restano lo stop all’Imu, il rifinanziamento della Cig e il blocco dell’Iva, misure su cui pende l’incognita delle coperture su cui la due diligence che il Tesoro sta effettuando punta a fare al più presto chiarezza.
Il Pdl morde il freno perché il Consiglio dei ministri blocchi subito il pagamento dell’Imu, ma ambienti di governo fanno sapere che lo stop della rata di giugno, annunciato dal premier stesso, avverrà solo dopo che il ministero dell’Economia, Frabrizio Saccomanni, avrà un quadro chiaro dei conti e dei margini di manovra. Operazione necessaria, visto l’imperativo, ribadito dal premier nel tour delle cancellerie europee e a Bruxelles, di proseguire nel rigore dei conti.

Il rigore dei conti
Ieri, raccontano fonti di Palazzo Chigi, è stata accolta come una buona notizia la considerazione della commissione Ue che il deficit sotto il 3% «facilita» la chiusura della procedura per l’Italia. In realtà, come ha detto chiaramente il commissario europeo Olli Rhen, la procedura non sarà chiusa prima che il governo non metta nero su bianco le modifiche al Documento di economia e finanza. Il che significa che nelle prossime settimane Saccomanni dovrà dare ulteriori garanzie sulle riforme. Giustificato o no, in ambienti di governo traspare comunque l’ottimismo che a fine mese sarà ufficializzata l’uscita dalla procedura di infrazione.
Un passaggio che consentirebbe a Letta di dare il via, allentando sia pur di poco le maglie, ad un piano di riforme che abbia al centro il lavoro. I due punti allo studio sono la riduzione del cuneo fiscale e poche ma mirate modifiche alla riforma Fornero per aumentare la flessibilità in entrata e incentivare, magari con defiscalizzazioni under 25, le assunzioni. È vero che la coperta delle risorse resta cortissima, ma Letta è convinto di riuscire a trovare un compromesso dentro la maggioranza sulle priorità. Anche perché, una volta bloccata l’Imu, anche il Pdl concorda che l’occupazione e la ripresa dell’economia, sostiene Maurizio Gasparri, sono «il vero scopo del nuovo governo, tutto il resto, cittadinanza, unioni civili o altro sono secondari».
Nel frattempo il premier, che per ora ha mantenuto le competenze, così come previsto dalla legge, sui servizi segreti, ha nominato l’ex vice ministro degli Steri, Staffan De Mistura, inviato speciale per risolvere la complicata vicenda dei Marò. Quanto alla parata militare del 2 giugno, il premier ha detto le spese saranno «contenute», ma si farà.

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