sabato 1 giugno 2013

Ci si può rifare casa. Risparmiando

Ristrutturazioni, efficienza energetica e persino i mobili. Con una settimana di ritardo rispetto alla tabella di marcia annunciata, l’esecutivo è riuscito a trovare la quadra sulla proroga delle agevolazioni edilizie, tirando fuori dal cilindro addirittura qualche sconto in più rispetto alle attese.
Il governo parla di «un forte potenziamento dell’attuale regime di detrazioni fiscali» avvertendo, però, che per tutti gli interventi si tratta dell’ultima occasione utile.

 Per valutare con esattezza quanto robusto sia l’aumento degli sgravi varato ieri dal Consiglio dei ministri bisognerà attendere il testo definitivo del decreto. Per ora le norme prevedono l’innalzamento dal 55 al 65% dell’ecobonus, che riguarderà anche i condomini. La misura, però, è qui il punto andrà ulteriormente chiarito, sarà concentrata «sugli interventi strutturali sull’involucro edilizio, maggiormente idonei a ridurre stabilmente il fabbisogno di energia».
Formulazione che non convince fino in fondo neanche Anie Confindustria. «Una boccata d’ossigeno per le nostre imprese», ha premesso la Federazione delle imprese elettriche ed elettroniche, aggiungendo, però, «che sono ancora molto, forse troppe, le tecnologie determinanti per ottimizzare concretamente le prestazioni energetiche degli edifici attualmente non previste dalla detrazione del 65%».

Quanto al periodo di operatività della norma, l’agevolazione fiscale, spalmata su 10 anni, sarà applicata per tutte le spese documentate dal primo luglio fino al 31 dicembre di quest’anno. Il governo ha poi previsto una proroga ulteriore fino alla fine del 2014, ma solo «per le ristrutturazioni importanti dell’intero edificio». Quelle che riguardano almeno il 25% della superficie esterna dello stabile. Interventi che, essendo affidati a decisioni condominiali, dovrebbero richiedere tempi più lunghi di autorizzazione e di esecuzione.
Il capitolo ristrutturazioni prevede, invece, la proroga fino al 31 dicembre dell’attuale detrazione Irpef del 50% (rispetto a quella del 36% del regime ordinario) per gli interventi edilizi fino ad un ammontare di 96mila euro. L’agevolazione viene estesa anche all’acquisto di «di mobili finalizzati all’arredo dell’immobile oggetto di ristrutturazione» (come sanitari, cucine o armadi a muro) per cui è previsto un tetto massimo di spesa di 10mila euro. In pratica le famiglie potranno godere di un bonus di 5mila euro.

E lo sconto, come aveva promesso giovedì il premier Enrico Letta, riguarderà anche gli interventi di ristrutturazione relativi all’adozione di misure antisismiche, nonché all’esecuzione di opere per la messa in sicurezza statica delle parti strutturali degli edifici. Una precisazione, questa, forse di natura più simbolica che sostanziale, considerato che con tutta probabilità gli interventi di tale tipologia rientrebbero già naturalmente nel bonus generali sulle ristrutturazioni edilizie.
Chi pagherà il tutto? Ovviamente noi. La copertura dei provvedimenti è infatti affidata «ad una razionalizzazione e semplificazione della tassazione indiretta». In altre parole, ad una serie di rincari selettivi dell’Iva. I bonus, ha spiegato il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, saranno pagati dall’aumento delle tassazione indiretta sui gadget legati ai prodotti editoriali e sulle bevande e prodotti alimentari dei distributori automatici. Per i prodotti non editoriali, legati alla vendita di prodotti editoriali, si passerà dal 4% dell’Iva al 21% (e dal primo luglio presumibilmente al 22%), per un gettito complessivo di 125 milioni. Mentre per i cibi e bevande ci sarà un balzo più lieve, dall’attuale 4% dell’Iva al 10%, per un gettito previsto di 104 milioni. In tutto fa 229 milioni. Risorse che andranno ampiamente a coprire i 200 milioni l’anno stimati da Via XX Settembre come impatto delle misure sui conti pubblici.

Soddisfatti gli attori del settore, da Confindustria all’Ance, da Rete Imprese a Federlegno, che calcola che il solo bonus ristrutturazioni «comporterà un recupero di spesa al consumo di quasi 1,8 miliardi nel 2013». Assoenergia chiede invece di rendere i bonus strutturali nonostante il governo abbia esplicitato che in entrambi i casi, sia per le ristrutturazioni che per l’efficientamento energetico, si tratta di ultime conferme, perché «non ne sono previste delle successive».

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