venerdì 14 giugno 2013

Nel Pdl cresce il malumore

Le riforme indispensabili per il rilancio del Paese «potranno realizzarsi solo se non sarà sottoposta a scosse e messa in questione la continuità del governo e insieme la continuità del Parlamento». Il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, prova a dare una mano al premier Enrico Letta, invitando i i partiti ad evitare «meschini e convulsi calcoli di convenienza di qualsiasi specie». Ma la tensione, soprattutto dopo la frenata di Fabrizio Saccomanni e Flavio Zanonato sull'Iva e la richiesta della procedura d'urgenza (approvata dal Senato) sul ddl di riforma costituzionale, è ormai alle stelle.

 Il Pdl è su tutte le furie. Di sicuro la formazione del Cavaliere risente anche delle fibrillazioni interne sul progetto di ristrutturazione del partito a cui sta lavorando Silvio Berlusconi e dell'attesa per il verdetto della Consulta sul legittimo impedimento per il processo Mediaset previsto per la prossima settimana. Ma è su tasse e riforme, ora, che si litiga. Ad accendere la miccia, in mattinata, ci ha pensato la richiesta del governo di attivare una corsia preferenziale per il ddl costituzionale che istituisce il Comitato per le riforme. A poco è servita la premessa del ministro Gaetano Quagliarello, che ha tentato di spiegare all'aula che la procedura d'urgenza raccoglie un'indicazione del Parlamento. Fumo negli occhi per Renato Schifani, che pur annunciando il voto favorevole per «senso di responsabilità», ha definito la richiesta «inopportuna». Definire un termine di 18 mesi per le riforme, ha tuonato il capogruppo del Pdl, «sa di commissariamento del Parlamento» e di «sfiducia nei suoi confronti». «Visto come sono andate questa mattina le cose in Senato», ha replicato Quagliarello, «ho capito che il modello a cui devo aspirare è quello di San Sebastiano. Però ho buone capacità di resistenza».

Ma le frecce del Pdl non sono affatto finite. Soprattutto quelle al curaro di Schifani, che ne scaglia un paio anche verso Letta e Saccomanni. «È il momento di dimostrare coraggio», tuona l'ex presidente del Senato, dopo il sostanziale annuncio di impotenza arrivato dal ministro dell'Economia e da quello dello Sviluppo, «il governo trovi le coperture su Iva e Imu. Serve nuova linfa vitale per la nostra economia anche attraverso una serie di misure shock, come il Pdl chiede da tempo». Quanto al decreto del fare, prosegue Schifani, «ne sentiamo un gran parlare, ma al momento nessuno dei capigruppo è stato minimamente informato sui contenuti. Ci si chiede allora se esista la cabina di regia o sia solo un'illusione».
E più coraggio chiede anche Renato Brunetta, che ieri ha invitato Letta a scendere in campo per «riportare ordine» e salvaguardare «la dignità dell'esecutivo». Nel mirino del capogruppo alla Camera, questa volta, ci sono le parole di Zanonato sull'impossibilità di evitare l'aumento dell'Iva. «Non possiamo più sopportare un tale stato confusionale», dice Brunetta. Anche il capogruppo del Pdl insiste sulla necessità di riforme shock, sostenendo che «evitare l'aumento dell'Iva, cancellare l'Imu, introdurre misure per l'occupazione nonchè la riforma di Equitalia», non sono slogan, ma misure che «è assolutamente possibile mettere in campo», già nel decreto legge del fare.

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