«Un vero e proprio serpente umano che parte dal cuore dell’Africa sta portando verso le coste libiche centinaia di migliaia di persone. Serve subito un blocco navale della Marina per scongiurare ulteriori drammi e risolvere a monte il problema degli sbarchi». Se qualcuno gli dà del leghista lui salta sulla sedia. Radwan Khawatmi si batte da anni per l’integrazione degli immigrati in Italia. Nel 2008 è addirittura sceso in politica con il movimento Nuovi italiani, con l’obiettivo di sostenere il diritto di voto per i cittadini stranieri.
Ma sulla valanga di migranti che si sta riversando nel nostro Paese ha le idee chiare: «Quella che sta arrivando è una bomba umana. Ho avvisato il governo a inizio gennaio, pensavano esagerassi. I fatti ora mi danno ragione». Originario della Siria, 63 anni, Khawatmi è arrivato in Italia a 17 anni su una barca russa, ha lavorato alla Indesit e a 25 anni si è messo in proprio. Ora vive a Parma, sposato con una italiana, e guida la Hirux International, azienda di elettrodomestici con sede a Milano, 500 dipendenti e 60 milioni di fatturato. Un successo che nel 2009 gli ha permesso di vincere la prima edizione del MoneyGram Award come imprenditore immigrato dell’anno.
Il segreto di Khawatmi, con cui riuscì anche a rilanciare il business della Indesit, è l’esportazione di made in Italy nel mondo arabo. La Hirux vende tv, frigoriferi e lavatrici in Medio Oriente e Nord Africa. Ed è questo il canale che gli ha aperto gli occhi sulle dimensioni dell’emergenza profughi. «Alcune fonti libiche», spiega a Libero, «all’inizio dell’anno mi hanno detto di aver visionato un video in cui si vedeva un fiume di oltre 200mila persone che si dirigeva verso il Nord Africa».
E lei cosa ha fatto?
«Tramite il sottosegretario Lotti ho immediatamente inviato un’informativa al governo».
Evidentemente nessuno l’ha letta…
«Forse l’hanno considerata un’esagerazione. Anche a me, tenuto conto del volume di sbarchi dello scorso anno, all’inizio era sembrata un po’ inverosimile. Ma i fatti hanno poi dimostrato che quell’informazione, come io ritenevo, era più che fondata».
Sta dicendo che i morti degli ultimi mesi si potevano evitare?
«Credo che il governo abbia fatto il possibile e che l’Europa ci abbia lasciato da soli. Ma non voglio fare speculazioni politiche. Le stesse fonti libiche mi hanno detto che il fiume umano c’è ancora e si sta muovendo. Con l’arrivo della bella stagione le cose non potranno che peggiorare, qui si tratta di scongiurare con tutti i mezzi drammi reali e morti reali».
E come?
«Con un blocco navale che impedisca ai barconi di partire».
Non è la stessa proposta di Salvini?
«I leghisti vogliono sparare sugli scafisti. Io penso si debbano avviare massicce operazioni di presidio dei territori coinvolti, anche attraverso appositi uffici nelle ambasciate, per far capire che nessuno può più partire e, allo stesso tempo, per creare un filtro all’origine del flusso che permetta ai profughi di ottenere un visto europeo. In questo modo si aiuterebbero i rifugiati e si toglierebbe ai criminali la possibilità di guadagnare su quella che io definisco una tratta degli schiavi».
Oggi, però, non è facile ottenere l’aiuto dei Paesi coinvolti. Pensi alla Libia…
«È chiaro che non è semplice intervenire ora. Ma anche in Libia le autorità chiedono di avere contatti con l'Italia e si dicono pronte a collaborare. Bisogna muoversi subito perché in ballo oltre alla vita dei profughi c’è anche l’aspetto della sicurezza che va considerato. In mezzo ai rifugiati che scappano, infatti, ci sono anche i terroristi».
Ora sembra di nuovo un leghista…
«Ribadisco che non sponsorizzo le posizioni della Lega. Dico solo che non è più il momento di improvvisare, ma di agire con capacità e serietà».
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