martedì 28 aprile 2015

Renzi invoca il soccorso Onu, ma arrivano altri schiaffi

L’Italia, ha spiegato ieri Matteo Renzi dopo il vertice con Ban Ki-moon, «non è più sola». Ma l’unico modo che l’Onu ci offre per fronteggiare l’emergenza immigrazione è quello di «salvare vite umane».
È l’ennesimo magro bottino quello raccolto ieri dal premier, che dalla comunità internazionale continua a ricevere molte pacche sulle spalle, ma nessun sostegno concreto.

La scenografia, ieri, era perfetta. Il presidente del Consiglio delle Nazioni unite e l’Alto rappresentante della diplomazia Ue sono atterrati sulla nave d’assalto della Marina Militare San Giusto, che opera al largo delle coste della Sicilia, per testimoniare di persona, in prima linea, l’attenzione e la solidarietà internazionale per quello che sta facendo il nostro Paese.
Renzi ha provato capitalizzare l’evento, spiegando che «prima l’Italia era sola a fronteggiare questo tema, ora l’intera comunità internazionale è consapevole che si tratta di un problema globale e non di una questione che riguarda un Paese». Qualcosa finalmente si muove, ha proseguito il premier, «la presenza di Ban Ki-moon e Mogherini è un segno importante».

A ben vedere, però, il raccolto è scarso. Quasi inesistente. Il segretario Ono aveva già detto nei giorni scorsi che «non esiste una soluzione militare» per porre fine all’emergenza. E ieri, tra una passerella e l’altra nel pezzo di mare che nelle ultime settimane ha visto morire migliaia di migranti, non ha fatto che ribadire il concetto. Ban Ki-moon, ha subito premesso un portavoce, ha manifestato al presidente del Consiglio e al ministro degli Esteri europeo «le sue preoccupazioni sulla situazione nel Mediterraneo» e ha sottolineato che «le autorità devono focalizzarsi sul salvataggio delle loro vite».
Parole che non fanno che allontanare qualsiasi ipotesi di intervento militare sotto l’egida dei caschi blu e che lasciano, di fatto, la situazione immutata. Ma tant’è. L’unico sostegno di Ban Ki-moon al governo, per ora, è questo: la sua persona sul ponte della San Giusto e una scarna dichiarazione umanitaria.

Poca roba, che Renzi ha cercato di condire come ha potuto nel tentativo di renderla un po’ più appetibile. «Fermare i trafficanti di esseri umani per evitare una catastrofe», ha detto al termine del summit, «è una assoluta priorità su cui contiamo di avere il sostegno delle Nazioni unite».
E in soccorso è arrivata anche la responsabile immigrazione del Pd, Micaela Campana, secondo cui la presenza di Ban Ki-Moon, Mogherini e Renzi sulla nave d’assalto «è un segnale forte che testimonia l’impegno globale sul tema».
C’è ancora tanto da fare, ha ammesso la Campana, «ma non si può cancellare il risultato raggiunto». Ovvero qualche milione in più al mese per Triton e aiuto su base volontaria da parte degli altri Paesi. Un risultato che ha spinto anche ieri Renzi ha ribadire che l’Onu deve dare una mano, «perché l’Italia da sola non ce la può fare».

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