martedì 24 marzo 2015

Anche Zapatero lo conferma: "Ci fu il golpe anti-Cav"

Nell’intervista alla Stampa di ieri Josè Luis Zapatero parla di molte cose. Dalla difficile situazione della Grecia («deve capire che l’euro non è il male») all’avanzata di Podemos («per me sono socialdemocratici, il paragone con M5S è sbagliato»).

Ma le frasi che rimbalzano con più forza nel dibattito italiano sono quelle rivolte ad una pagina della nostra storia recente su cui ormai da mesi si accavallano inquietanti testimonianze. Malgrado l’opposta visione politica l’ex premier spagnolo vuole premettere che non dirà una una parola contro Silvio Berlusconi: «Oggi sarebbe facile, ma ho lavorato bene con lui». Invece di partecipare al tiro al bersaglio Zapatero preferisce tornare a parlare di quello che successe nel 2011, quando partecipò al famoso G20 di Cannes che decretò la fine del governo di centrodestra: «Andai con il timore che potessimo essere nel mirino dei sostenitori dell’austerità, ma l’obiettivo era l’Italia». Berlusconi e Tremonti «subirono pressioni fortissime affinchÈ accettassero il salvataggio dell’Fmi. Loro non cedettero e nei corridori si cominciò a parlare di Monti, mi sembrò strano».

Zapatero si ferma qui. Non Renato Brunetta, invece, che riparte subito a testa bassa per chiedere una commissione d’inchiesta sulla defenestrazione del Cavaliere. «Di cosa c’è ancora bisogno», si è chiede il presidente dei deputati di Forza Italia, per indagare «sui fatti oscuri che nell’estate-autunno del 2011 portarono alle dimissioni dell’ultimo governo eletto dai cittadini? Cosa aspetta il presidente del Consiglio, Matteo Renzi? Vorrà mica le confessioni su carta bollata di Merkel e Sarkozy? O forse vorrà aspettare l’esito del processo di Trani sulle agenzie di rating?».
Brunetta rimette in fila una serie di dichiarazioni che, in effetti, sollevano più di qualche dubbio. Prima la testimonianza dell’ex segretario al Tesoro Usa, Timothy Geithner: «Ad un certo punto, in quell’autunno, alcuni funzionari europei ci contattarono con una trama per cercare di costringere il premier italiano Berlusconi a cedere il potere». Poi quella di Peter Spiegel, penna di punta del Financial Times: «Durante il G20 di Cannes, Berlino spingeva per il commissariamento dell’Italia. Obama la prese per un’impuntatura irrazionale: I think Silvio is right, disse. E alla fine si optò per un comunicato finale vago. Risultato: gli spread continuarono a salire e Silvio Berlusconi fu costretto alle dimissioni». E ancora, Alan Friedman: «Nel giugno-luglio 2011, il presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, chiese a Mario Monti di rendersi disponibile a sostituire Silvio Berlusconi al governo». Affermazione peraltro confermata in un’intervista a Friedman dallo stesso ex premier della Bocconi.

A chiudere il cerchio arriva adesso Zapatero, che secondo Brunetta rincara la dose e ribadisce quanto scritto nel suo libro «El Dilema» dicendosi addirittura pronto a parlarne «in una sede pubblica in Italia».
La resurrezione di questo Paese, si legge in un articolo del Mattinale, la nota politica redatta dallo staff di Forza Italia, «calpestato nel suo onore da potenze straniere, soprattutto la Germania di Merkel e la Francia di Sarkozy, passa attraverso l’operazione verità. Forza Renzi che cosa aspetti a dire di sì alla commissione d’inchiesta? Conviene anche a te».

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