sabato 12 dicembre 2015

Bankitalia costa tanto ma controlla poco

La Ue dice che i prodotti delle quattro banche liquidate finiti in mano ai risparmiatori erano «inadatti». Bankitalia risponde, per bocca del dg Salvatore Rossi, spiegando che il governatore Ignazio Visco, «in tempi non sospetti aveva chiesto di vietare la vendita di obbligazioni subordinate agli sportelli». Mentre il governatore Ignazio Visco, durante una lectio magistralis a Trieste, spiega che la vicenda è stata gestita «con un impegno massimo, facendo il meglio ed essendo sicuri di aver fatto il meglio».

La Consob, dal canto suo, ha ribadito, prospetti informativi alla mano, che «i risparmiatori che hanno investito nei bond subordinati delle quattro banche conoscevano i rischi».
Alla fine della fiera, ancora non è chiaro chi avrebbe dovuto vigilare, controllare ed eventualmente prevenire il disastro scatenato dal decreto salva banche. Forse nessuno. Ma se è così i contribuenti potrebbero anche risparmiare un bel po’ di soldi. A che scopo, ad esempio, pagare 311.658 euro all’anno per lo stipendio del presidente Consob, Giuseppe Vegas, oppure quello di 280mila euro per i commissari? Se abolissimo la commissione di controllo sul mercato finanziario potremmo fare a meno di retribuire il direttore generale, che prende 290mila euro, il vice direttore (270mila), il segretario (242mila), l’avvocato generale (265mila) o il funzionario generale (249mila). Senza contare che la Consob, che ora ci dice che era tutto in regola, non è un ufficietto di quattro stanze. La Consob si articola in 9 divisione che coordinano una quarantina di uffici. In tutto alla fine del 2012 c’erano 67 dirigenti, al modico prezzo di 10,4 milioni, e 515 impiegati, con 38 milioni complessivi di stipendio.

Non è da meno Bankitalia, l’altro vigilante che non vigila. Anzi. Il governatore Visco, con un gesto eclatante, si è autonomamente tagliato lo stipendio nel 2013 di circa 260mila euro. Nel 2014, però, lui è il direttorio centrale si sono rifiutati di sottoporsi al tetto dei 240mila euro imposto dal governo Renzi per i funzionari della Pa. Attualmente (dopo una sforbiciata nel 2015) il numero uno di Palazzo Koch prende circa 450mila euro lordi l’anno, il dg 400mila e 315mila i vicedirettori. Complessivamente, i 7mila tra dirigenti e funzionari costano ogni anno circa 609 milioni.
Per avere un metro di paragone giova ricordare che il presidente della Bce, Mario Draghi, che oltre ad occuparsi di politica monetaria vigila ormai direttamente sulle banche più grandi di tutta Europa, prende 378mila euro.

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