mercoledì 30 novembre 2011

Siciliotti. "Ormai siamo ostaggi di un fisco massacrante"

Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio. È bocconiano come Monti, Claudio Siciliotti, ma in questi giorni non dorme sonni tranquilli. «Ci siamo consegnati mani e piedi all’agenzia delle entrate e nel 2012 potrebbero succedere cose spaventose», dice il presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti riferendosi al nuovo redditometro. La serietà del fisco, ci tiene a sottolineare, non è in discussione. «L’agenzia ci ha assicurato che il nuovo strumento sarà utilizzato principalmente per consentire alle famiglie di verificare la coerenza del proprio reddito con la propria capacità di spesa. E finora non abbiamo motivo di dubitare che sarà così».

E allora, qual è il problema?
«Il problema è che la norma resta ancora troppo indefinita e noi abbiamo consegnato all’amministrazione fiscale un assegno in bianco, che potrebbe avere effetti devastanti».
Si spieghi meglio...
«La presunzione legale dell’accertamento sintetico è stabilita per legge dal Dpr 600/1973 modificato dal Dl 78/2010 (la manovra correttiva del maggio dello scorso anno). Questo significa che tecnicamente il nuovo redditometro, se non verranno definiti con esattezza i suoi confini, potrebbe diventare uno strumento micidiale con cui far partire accertamenti automatici a tappeto».
Sta dicendo che basterebbe un’indicazione del governo per far scattare la mannaia del fisco?
«Credo che il nuovo esecutivo non forzerà troppo la mano, anche perché si scatenerebbe una vera e propria rivoluzione da parte dei cittadini, ma teoricamente il fisco ha lo spazio normativo per mettere in atto una stretta spaventosa. L’errore è stato quello di lasciare all’agenzia delle entrate le briglie completamente sciolte, ed ora siamo costretti ad affidarci alla benevolenza della pubblica amministrazione».
Con l’attuale situazione dei conti pubblici la tentazione di utilizzare la leva fiscale da parte del governo sarà forte...
«Mi preccupano di più le amministrazioni decentrate, che potrebbero essere portate ad utilizzare il redditometro in maniera sbagliata, ma assolutamente legittima dal punto di vista normativo, per raggiungere gli obiettivi di recupero dell’evasione fiscale stabiliti a livello centrale».
Crede che ci si poteva, e doveva, pensare prima?
«Penso che non sia assolutamente tardi per definire nel dettaglio, come si conviene in uno Stato di diritto, le modalità di utilizzo del nuovo redditometro e gli spazi di autonomia dell’agenzia delle entrate. In caso contrario il timore di aberrazioni resterà sempre dietro l’angolo».

© Libero