giovedì 1 dicembre 2011

Bruxelles si dà l’ultimatum: «Dieci giorni per non morire»

I dieci giorni che sconvolsero il mondo. Se qualcuno non aveva capito che l’Europa è sull’orlo del baratro, da ieri il concetto è ben chiaro a tutti. «Siamo ormai arrivati a un momento in cui si deve operare una serie di scelte per andare verso il completamento dell’Unione monetaria o accettare la graduale disintegrazione di cinquant’anni di integrazione europea», ha spiegato nel pomeriggio Olli Rehn di fronte al Parlamento Ue.

Ma in mattinata il commissario agli affari monetari era stato ancora più chiaro. Altro che “graduale”. Il punto di non ritorno, secondo Rehn, è il vertice europeo del 9 dicembre. Entro quella data dovranno essere sciolti i principali nodi della crisi europea, altrimenti si va tutti a fondo. «Stiamo entrando in un periodo critico di dieci giorni per completare e concludere la risposta europea alla crisi», ha detto entrando al vertice Ecofin. Concetto ribadito anche dalla presidenza di turno polacca della Ue, secondo cui il Consiglio europeo sarà «cruciale» per il futuro dell’Europa, e dal nostro Mario Monti, che definisce l’appuntamento «uno snodo fondamentale».
In realtà, più che sul vertice, dove l’idea è quella di presentare ufficialmente un piano di salvataggio dell’euro che dovrebbe comprendere l’aumento del Fondo salva stati, nuovi poteri per la Bce e, forse, alcune modifiche ai trattati comunitari, i riflettori sono puntati sugli appuntamenti che scandiranno il tempo rimasto.

 A partire dal discorso che Nicolas Sarkozy terrà a Tolone e a quello che farà la Merkel a Berlino domani. Lunedì tocca a noi, con il varo annunciato da Monti della ennesima manovra correttiva per agguantare il pareggio di bilancio. Poi, il 7 dicembre il Parlamento Ue dovrebbe approvare il piano di bilancio per il 2012. Lo stesso giorni Merkel e Sarkozy si vedranno a Marsiglia per il vertice del Ppe. Infine, l’8 si riunirà a Francoforte il consiglio direttivo della Bce. La speranza è che tra i vari appuntamenti qualcosa si sblocchi. Il nuovo conto alla rovescia per l’Eurozona, che da mesi continua a darsi scadenza decisive, è infatti stato
lanciato nel giorno in cui l’ennesimo Ecofin si chiude senza idee chiare su come risolvere la crisi dei debiti. Il vertice che avrebbe dovuto definire una volta per tutte l’ampiezza del fondo salva-Stati Efsf, al momento unica arma in mano ai 17 dell’Euro per far fronte alle emergenze, ha trovato un accordo senza cifre. Su eventuali modifiche ai trattati europei si è ancora in alto mare. Mentre sugli eurobond l’unico passo avanti sarà la presentazione di un dossier prevista per il verticedel 9 dicembre.

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