venerdì 2 dicembre 2011

Quattro milioni convincono Guarguaglini a lasciare

Lasciando a bocca asciutta tutti i patiti del toto nomine e smentendo la valanga di indiscrezioni della vigilia, alla fine Mario Monti ha scelto la soluzione più soft: Pier Francesco Guarguaglini esce, nessuno entra. Una mossa a sorpresa, quella formalizzata ieri nel corso del cda straordinario che ha tolto le deleghe al presidente per riconsegnarle immediatamente a Giuseppe Orsi. Insomma, si va avanti con un ritorno al passato: tutti i poteri concentrati nelle mani di un solo uomo, esattamente come è stato per anni con Guargaglini.

  Il consiglio di amministrazione è durato un paio d’ore. Il presidente, che per mesi ha sempre ribadito la sua estraneità ai fatti oggetto dell’inchiesta (è indagato per false fatturazioni) resistendo alle pressioni a dimettersi, alla fine ha ceduto e ha dato le dimissioni. Il cda ha così deciso di concentrare le deleghe relative alla gestione sociale in capo all’amministratore delegato e ha nominato lo stesso Orsi presidente e ad. Il consiglio ha anche cooptato Alessandro Pansa, confermandogli l’incarico di direttore generale. Intervenendo per l’ultima volta come presidente del cda, Guarguaglini, a quanto si apprende, ha preso atto di come fosse cambiata la propria posizione e ha ritenuto che il passaggio più giusto, nell’interesse aziendale, fosse quello di gettare la spugna. Non prima, però di aver ricordato quanto fatto in questi anni, durante i quali ha portato Finmeccanica dal quattordicesimo al settimo posto nel mondo tra le grandi aziende di Difesa. Il cda da parte sua gli ha espresso i più sentiti ringraziamenti per «l’altissima professionalità e il proficuo impegno che hanno consentito la crescita e l'affermazione del Gruppo nei mercati mondiali». Per il disturbo, Guarguaglini si porta a casa circa 4 milioni di euro. Sarebbe questa, secondo quanto risulta, la buonuscita ottenuta dal presidente uscente. Una cifra ragguardevole, ma molto più bassa di quelle circolate nei giorni scorsi, e anche ieri per qualche ora, che parlavano di somme intorno ai 10 milioni. La decisione di Guarguaglini rende ora più probabile una analoga decisione da parte della moglie Marina Grossi, ad di Selex, indagata per corruzione e false fatturazioni. L’ultimo cda l’ha confermata alla guida, nonostante l'opposizione di Orsi, che già in quell'occasione aveva chiesto le sue dimissioni.

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