martedì 6 dicembre 2011

Il conto del professor Monti: mille euro a famiglia

I numeri ufficiali dell’ennesima manovra per risanare il bilancio dello Stato, malgrado le promesse del governo, ancora non ci sono. Nell’attesa, però, qualcuno ha iniziato a farsi due calcoli su quanto peserà complessivamente sulle spalle degli italiani la raffica di interventi correttivi. E le cifre sono spaventose. Secondo la Cgia di Mestre solo considerando le misure varate nel 2011 l’impatto da qui al 2014 sarà di 161 miliardi di euro. In realtà sarà molto di più, visto che l’associazione degli artigiani di Mestre scorpora dal conteggio i 10 miliardi destinati da Mario Monti allo sviluppo e non tiene in considerazione l’effetto disaggregato della manovra nel biennio 2012-2013.

Per avere un’idea, il valore netto dei due interventi estivi del governo Berlusconi è a regime (nel 2014), di 59,8 miliardi, ma il suo peso complessivo, sommando anno per anno, è di 145,1 miliardi. È facile, dunque, immaginare che i 26 miliardi, al netto dei 4 miliardi utilizzati per coprire i tagli alle agevolazioni fiscali della delega approvata quest’estate, peseranno sulle famiglie non i 635 euro calcolati dalla Cgia, ma ben più di mille euro. Sale, in questo modo, anche il conto complessivo scaturito dalle manovre del 2011. Non 6.402 euro da qui al 2014 per ogni famiglia, ma circa 7mila. Una cifra enorme che deve, però, essere sommata anche a quelle degli anni precedenti.
Secondo i calcoli di Renato Brunetta, considerando tutte le finanziarie dal 2008 ad oggi il jackpot sale addirittura a 295 miliardi. Per l’ex ministro della Funzione pubblica, che ammette senza problemi la vittoria
di Monti se lo spread dovesse tornare a 200 punti base, il numero rappresenta la dimostrazione che l’intervento del professore della Bocconi costituisce solo un decimo degli sforzi fatti dal Paese durante il governo Berlusconi per raggiungere il pareggio di bilancio. Osservazione che non fa una grinza. Se,
però, consideriamo che di questi 295 miliardi di risorse aggiuntive recuperate dai due esecutivi almeno (ma il conto è più alto) il 60% arriva da nuove entrate, ci troviamo di fronte ad una grottesca gara a chi ha tartassato di più i contribuenti italiani.
Tra aumento dell’Iva e della benzina, addizionali Irpef, patrimoniale sui conti bancari e sui titoli e stangata sull’Ici anche Monti non se l’è cavata male. Secondo le organizzazioni dei consumatori Adusbef e Federconsumatori per «salvare il Paese» una famiglia media (papà, mamma e un figlio, un reddito netto complessivo di 32mila euro, risparmi in banca per 50mila euro) dovrà sborsare ogni anno, a partire dal 2014, 1.173 euro in più. E la cifra esatta sale a 3.204 euro all’anno se si tiene anche conto delle manovre già fatte dal governo Berlusconi. L’organizzazione dei consumatori ha anche calcolato che l’insieme
delle «stangate» estive e autunnali determineranno nel 2014 un calo di capacità di spesa del 7,7% annuo con pesanti effetti sui tenori di vita del ceto medio basso sempre più vicini ai livelli dei paesi dell'est europeo ante 1989.

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