domenica 4 dicembre 2011

La Camusso non vuole interrompere i festeggiamenti per la caduta di Berlusconi

Stava ancora festeggiando, Susanna Camusso, quando la manovra di Monti gli è piovuta sul groppone. Silvio Berlusconi ha fatto le valigie il 12 novembre, ma la segretaria della Cgil ha appena iniziato a fare baldoria e ha intenzione di proseguire ancora a lungo. Di qui, alla vigilia dell’incontro delle parti sociali con il presidente del Consiglio, previsto per questa mattina con addirittura 36 sigle, l’appello al professore. «Non rovini la festa che pensiamo di poter continuare a fare perché l’altro governo è uscito», ha detto la leader del sindacato rosso nel suo discorso davanti all'assemblea dei delegati.

In effetti, cosa si poteva fare nelle ultime settimane, con gli spread alle stelle, le borse a picco e l’Europa sull’orlo del baratro, se non brindare all’addio del Cavaliere? Tutto sommato, sembra di capire, i calici possono restare alzati anche con la valanga di tasse che si intravede all’orizzonte. A giudizio della Cgil l’unico colpo basso che potrebbe costringere ad una spiacevole interruzione del festino sono gli interventi sulle pensioni e sull’articolo 18.
Quelli sì che farebbero tornare il muso lungo alla Camusso, che ieri ha avvertito il premier di non fare scherzi. In base alle anticipazioni emerse sulla misure contenute nella manovra, ha detto la segretaria, «alcune
proposte appaiano indigeribili». In una situazione di impoverimento, ha proseguito, «quale mente può pensare al blocco della perequazione delle pensioni come risposta? Come si può dimenticare che i pensionati stanno mantenendo i giovani che non trovano lavoro?».
Ad anticipare le richieste della Camusso ci pensa il collega della Cgil, Fulvio Fammoni, secondo il quale il sindacato rosso è «pronto a fare il necessario ma ci sono questioni sul lavoro, l’articolo 18, e sulle pensioni, i 40 anni di contributi, che non è disposto a lasciare andare». Affilano le armi sulle pensioni anche dalle parti della Cisl. «Siamo tutti consapevoli che questa manovra sia necessaria, ma oltre a dover rispettare gli
equilibri di bilancio deve essere equa e socialmente sostenibile», dice il segretario generale aggiunto della Cisl, Giorgio Santini, che avverte Monti: «Non ci va bene una comunicazione, ma ci vuole una trattativa vera, un confronto».
Un giudizio complessivamente negativo è invece quello che arriva dalla Uil, che definisce senza mezzi termini «recessive» le misure su cui sta lavorando il governo. «Da quello che leggiamo, la preoccupazione maggiore è la contrazione dei consumi legata alla diminuzione del potere d'acquisto», ha spiegato Luigi Angeletti. «Questo mi preoccupa perché significherà meno occupazione. Si tratta quindi di una manovra che darà una
spinta verso la recessione», ha proseguito il segretario della Uil, annunciando per di non voler forzare i tempi: «Prima diciamo cosa vorremmo, poi aspettiamo di vedere il testo e poi decideremop come agire».

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