martedì 27 dicembre 2011

Le finestre Inps funzionano. Centomila pensioni in meno

La riforma delle pensioni c'era già. I sindacati che ora sono pronti a dare battaglia a colpi di scioperi e manifestazioni di piazza contro le nuove norme volute da Elsa Fornero forse non se ne sono accorti, ma le “finestre” di Giulio Tremonti nei primi undici mesi del 2011 hanno bloccato la bellezza di 94mila assegni previdenziali. Si tratta del 29,5% del totale delle erogazioni effettuate dall'Inps nello stesso periodo del 2010.

Certo, l'effetto delle misure anti-crisi messe in campo dal governo Berlusconi è temporaneo e non strutturale. Ma per le casse dell'istituto di previdenza (e quindi dello Stato) il risparmio è stato notevole. Il calo più consistente, secondo i dati diffusi ieri dal presidente dell'Inps, Antonio Mastrapasqua, si è registrato per le nuove pensioni di vecchiaia (età anagrafica di 65 anni per gli uomini e di 60 le donne secondo le regole vigenti fino al 2011, anni però che sono diventati 66 e 61 con l'introduzione della finestra mobile). Nei primi 11 mesi del 2011 ne sono state liquidate appena 94.216, il 39,4% in meno del 2010. Per le anzianità si è registrato invece un calo del 20,1%, con gli assegni liquidati nei primi 11 mesi passati dai 163.507 del 2010 ai 130.640 del 2011. Un effetto dovuto principalmente all'entrata in vigore della quota 96, come somma di età anagrafica e contributiva. Anche se va detto che quasi i due terzi dei trattamenti di anzianità sono stati liquidati grazie ad almeno 40 anni di contributi (dal prossimo anno ce ne vorranno almeno due in più). Il risultato complessivo è che nel 2011 l'età media di uscita dal lavoro è stata di 60,2 anni, in calo rispetto ai 60,4 del 2010 e ai 61,1 del 2009.

Che la cura Tremonti non sia stata così indolore per i pensionati lo confermano le reazioni dell'Idv, che nel contestare la riforma Fornero punta il dito anche contro le finestre. «Il crollo delle pensioni nel 2011 dimostra quanto siano stati pesanti gli interventi effettuati dal governo Lega-Berlusconi in materia previdenziale», dice il responsabile lavoro e welfare dell'Italia dei Valori, Maurizio Zipponi.
A ricordare la necessità di interventi strutturali sulla materia è invece lo stesso Mastrapasqua: «Le riforme prima del salva-Italia hanno funzionato, ma abbiamo verificato che la transizione era troppo lenta». In effetti, malgrado il blocco di molte pensioni gli italiani che smettono di lavorare riescono ancora ad incassare circa l'80% dell'ultimo stipendio. Una percentuale chiaramente insostenibile, come dimostra il 58,4% di media a cui si attestano gli assegni previdenziali tedeschi.
Le finestre, comunque, non scompariranno prima del 2012. Dal prossimo anno scatteranno le norme previste dalla manovra correttiva, ma usciranno ancora con le vecchie regole coloro che hanno maturato i requisiti nel 2011. Quindi il lavoratore dipendente che ha maturato i requisiti per la pensione a giugno 2011 uscirà a giugno 2012, ancora con la finestra mobile.

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