sabato 26 novembre 2011

Via all'alta velocità di Montezemolo. Ma a scartamento ridotto

Cinque treni. Il che significa, se tutto va bene, quattro partenze da Napoli e quattro da Milano. I dati ufficiali verranno comunicati il 13 dicembre, in occasione della presentazione del primo Italo e del piano industriale nel nuovo stabilimento di manutenzione a Nola. Ma dagli incontri che i dirigenti di Ntv stanno avendo in questi giorni con i sindacati il quadro sembra già delineato. 

La nuova società privata di trasporto viaggiatori sull'alta velocità di Luca Cordero Montezemolo e Diego Della Valle vuole evitare ulteriori rinvii. Anche a costo di partire con un servizio ridotto al lumicino. I treni Agv (Automotrice à grande vitesse) già costruiti dalla casa francese Alstom sono una decina. Di questi quattro sono già stati consegnati e uno dovrebbe arrivare entro la fine dell'anno. In altre parole, se la società guidata da Giuseppe Sciarrone vuole tagliare il nastro al massimo per febbraio, dovrà accontentarsi di 3-4 collegamenti andata e ritorno al massimo. Cosa ben diversa dai 54 viaggi al giorno promessi a regime, quando sui binari ci saranno i 25 convogli acquistati da Ntv. Sciarrone conta di avere per la fine del 2012 altri 12 treni, ma la strada sarà fatta passo dopo passo. Si partirà con i cinque sulla Napoli-Milano. Poi, se ci saranno le condizioni, saranno avviate le tratte verso Torino e Venezia. A frenare Montezemolo e Della valle ormai non ci sono più le procedure autorizzative (che avevano scatenato una dura polemica con le Fs di Mauro Moretti). Oltre alla mancanza dei treni, le principali incognite riguardano le strutture a Roma, molto in ritardo rispetto alla tabella di marcia. L'hub di Ostiense, che dovrebbe ospitare il cuore della società con il centro direzionale e tutti i servizi per l'accoglienza e l'assistenza dei viaggiatori, è ancora molto indietro. La consegna era inizialmente prevista per novembre, ora è slittata a marzo 2012, ma non sono esclusi ulteriori rinvii. A complicare la situazione c'è anche un affollato insediamento di nomadi per cui l'amministrazione comunale dovrà trovare un'altra sistemazione prima di procedere allo sgombero. Le cose non vanno molto meglio alla stazione Tiburtina, dove ci sarà l'altra sede di Ntv, anche qui i lavori procedono a rilento.

Il problema è che finché non saranno completate le strutture, la società dovrà operare principalmente sui canali on line e telefonici, il che significa, in Italia, rinunciare a circa il 60% delle vendite.
L'alternativa, del resto, non era più praticabile. Basti pensare che a novembre Ntv ha già fatto 451 assunzioni, circa la metà di quelle complessive previste. Certo, una buona parte sta svolgendo il tirocinio presso una serie di compagnie amiche (l'Isc di Punzo, la Nord Cargo, la francese Società viaggiatori italiana e le Ferrovie dell'Emilia-Romagna, controllate dalla Regione). Ma il peso degli stipendi è comunque elevato e non è chiaramente sostenibile a fronte di una produttività pari allo zero. C'è poi, senza contare un clima in qualche modo più favorevole con l'avvicendamento a Palazzo Chigi, la questione del contratto. Ntv è riuscita a strappare ai sindacati (facendo infuriare Moretti, che sta battagliando per il rinnovo del contratto delle Fs) condizioni abbastanza favorevoli grazie alla sua natura di start up, status che finirà comunque nel 2014, a prescindere dai treni che circoleranno.
Sull'altro versante, Moretti sta comunque affilando le armi. Mercoledì ha presentato i suoi nuovi servizi per la clientela business dell'alta velocità e per far quadrare i conti sta tagliando tutto il tagliabile. A partire dai servizi notturni (i vecchi wagon lits), che hanno scatenato la protesta dei circa 800 lavoratori (compreso l'indotto) che rischiano dall'11 dicembre di trovarsi in mezzo a una strada per la mancata riconferma dell'appalto.

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