venerdì 18 novembre 2011

Calabrò abbatte le super-tariffe dei cellulari

Non si può davvero dire che Corrado Calabrò non abbia preso il toro per le corna. Tariffe congelate fino a luglio, come chiedevano gli operatori del mobile, ma anticipo di ben due anni degli obiettivi finali, che saranno raggiunti addirittura prima di quanto chiesto dall’Europa. Per trovare la quadra ci sono volute diverse ore, ma alla fine il consiglio dell’authority per le tlc ha varato (6 favorevoli, 3 astenuti) la tanto attesa delibera sulla terminazione mobile (il pedaggio che le compagnie pagano per far transitare la chiamata sui cellulari di altri operatori).

Questione che negli ultimi mesi aveva scatenato una vera e propria guerriglia tra le imprese del settore (tranne Telecom, che pescando sia nel fisso che nel mobile si è tirata fuori dal conflitto).
Per uscire dall’angolo in cui era finita sotto il fuoco incrociato di Europa, società e associazioni dei consumatori, l’Agcom ha deciso di accogliere le richieste di Wind e Vodafone sullo slittamento della prima sforbiciata da gennaio a luglio 2012. Da quella data, però, si procederà ventre a terra, come chiedevano la Ue, l’Antitrust e  gli operatori del fisso Fastweb e Tiscali, con una tabella di marcia serrata che, con un taglio dell’80% in 18 mesi, porterà le tariffe al disotto del centesimo (0,98 per tutti) dagli attuali 5,3 centesimi al minuto (6,3 per H3G). Obiettivo che doveva essere raggiunto nel 2015 in base alla precedente proposta e nel 2014 in base agli orientamenti di Bruxelles. Con il colpo di acceleratore imposto dal presidente dell’authority Calabrò l’Italia balzerà di colpo dalla zona bassa della classifica a quella dei Paesi più virtuosi d’Europa in tema di tariffe (Francia e Inghilterra). La speranza, più volte espressa dalla Commissione Ue, è che il taglio robusto delle tariffe abbia effetti positivi sui consumatori. Non c’è alcun automatismo, ma in un regime di concorrenza la strada dovrebbe essere quella di una progressiva riduzione dei prezzi delle telefonate fisso-mobile, finora restati praticamente esclusi dal calo generalizzato delle altre tariffe con costi esorbitanti per gli utenti. Alcuni studi circolati nelle scorse settimane parlano di potenziali risparmi, con la tariffa a regime, dagli 800 milioni al miliardo. Se le agevolazioni per i consumatori sono future e possibili, certo e immediato è invece il salasso per gli operatori del mobile, che dopo aver sborsato circa 4 miliardi per l’asta delle frequenze 4G ora annunciano lo stop degli investimenti. Vodafone, in particolare, parla senza mezzi termini di decisione «grave e incomprensibile» che «penalizza e mette seriamente a rischio lo sviluppo del settore». Tra gli scontenti c’è, però, anche Fastweb, che avrebbe preferito un iter addirittura più veloce. La mossa di Calabrò, si legge in una nota, è addirittura «peggiorativa rispetto alla proposta precedente» ed è «opposta alle indicazioni della Ue», che chiedeva più velocità. Discorso a parte per H3G, che in qualità di ultimo entrato sul mercato, gode attualmente di tariffe più alte. Un’asimmetria criticata dalla Ue e annullata ieri di netto dall’Agcom. L’operatore si era schierato a favore del taglio delle tariffe, ma ora dovrà correre più degli altri.

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