lunedì 14 novembre 2011

La Cgil è costretta a ringraziare Berlusconi per i cassaintegrati

Miglior riconoscimento al lavoro del governo uscente sugli ammortizzatori sociali non poteva arrivare. È stata infatti la Cgil ieri a ricordare che dal 2008 all’ottobre 2011 sono state registrare in Italia circa 3 miliardi e 300 milioni di ore di cassa integrazione.

Obiettivo del sindacato rosso, inutile dirlo, è quello di far presente agli italiani, nel giorno delle dimissioni, il pesante fardello che Silvio Berlusconi lascerà sulle spalle del Paese e del nuovo esecutivo. In realtà il calcolo effettuato dagli esperti di Susanna Camusso non fa che smentire proprio quello che la Cgil vuole sostenere. Il risultato monstre di oltre 3 miliardi di ore di Cig non è infatti il prodotto della crisi economica, che in assenza di reti di salvataggio sforna disoccupati e non cassintegrati, ma è il risultato di operazioni ben precise del governo. Accanto ai dati snocciolati dal sindacato andrebbe infatti ricordato che il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, ha chiesto e ottenuto per il triennio 2009-2011 l’allungamento oltre le 52 settimane della cassa ordinaria e straordinaria e ha esteso il paracadute della cig anche ai settori del commercio e del turismo, nonché ai precari e al lavoro interinale. Un numero così elevato di ore è stato poi reso sostenibile economicamente soltanto dagli ingenti stanziamenti aggiuntivi del governo, che per la cassa in deroga ha messo sul piatto 8 miliardi di euro per il biennio 2009-2010 e un miliardo per il 2011 (la stessa cifra andrà anche sul 2012). I numeri sommati si avvicinano molto a quegli 11,4 miliardi che, secondo i calcoli della Cgil, avrebbero perso in termini di reddito gli oltre 500mila lavoratori coinvolti. Si può discutere se sia stato il modo migliore di fronteggiare l’impatto della crisi (c’è chi sostiene, ad esempio, che si sarebbero tutelati di più i lavoratori investendo nello sviluppo piuttosto che nel sostegno al reddito), ma non si può negare che l’Italia sia stato il Paese europeo che ha sborsato più risorse per contenere le ricadute sui lavoratori.
Quanto ai 3 miliardi, poi, ci sarebbe molto da dire. Il calcolo della Cgil è infatti sulle ore richieste, ma non su quelle effettivamente utilizzate. Si chiama tiraggio, e per avere un’idea basti pensare che rispetto agli 800 milioni di ore richieste ne corrispondono non più di 400 fatte. Fatevi due conti.

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