venerdì 11 novembre 2011

Le agenzie private del lavoro pronte a funzionare da paracadute sociale

Di strada ce n’è ancora tantissima da fare. A più di otto anni dall’introduzione dello staff leasing (Legge Biagi del 2003), secondo un’indagine Iposos realizzata per Assolavoro, l’86% degli italiani non sa cosa sia il lavoro somministrato e il 17% lo paragona addirittura al lavoro nero (era addirittura il 35% nel 2008). Malgrado livelli spaventosi di disinformazione, i morsi della crisi hanno comunque favorito la crescita del lavoro temporaneo, che di fatto, attraverso i contratti stipulati direttamente dalle agenzie per il lavoro, rappresenta l’unica forma di flessibilità in grado di offrire le stesse garanzie previste dalle occupazioni tradizionali.

Secondo i dati diffusi da Ebitemp (ente bilaterale per il lavoro temporaneo) tra gennaio e settembre il monte retributivo del lavoro interinale è aumentato del 23,2% rispetto al 2010 e il numero medio mensile di occupati registra a settembre un incremento del 9,6% rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Tradotto in cifre, significa che a luglio 2011 i lavoratori temporanei sono saliti a 287mila contro i 256 del 2010. Ed è così che la crisi, come ha spiegato il presidente di Assolavoro (Associazione delle agenzie per il lavoro), Federico Vione, durante un convegno organizzato a Roma, può «diventare l’occasione per sbloccare situazioni che per lungo tempo sono rimaste ingessate». Vione ci tiene a sottolineare che il lavoro amministrato è ormai una realtà consolidata. Con oltre 120 milioni di euro l’anno di investimenti, 2.500 filiali sul territorio e oltre 280mila persone occupate e 11mila alle dirette dipendenze, le agenzie del lavoro rappresentano oggi la punta più avanzata di quella che con un brutto ma efficace neologismo viene definita la flexicurity. Ovvero il luogo dove si incontrano la flessibilità chiesta dalle imprese e la tutela per i lavoratori. Strumento importantissimo per i giovani ed indispensabile quando il ciclo economico gira per il verso sbagliato. Come spiega Annemarie Muntz, Presidente di Eurociett (l’associazione europea delle agenzie per il lavoro), il lavoro amministrato «consente al mercato di adattarsi quando l’economia mostra i segni delle trasformazioni, riduce il gap temporale tra ripresa e creazione di nuovi posti, aiuta le imprese ad adeguarsi al meglio e più rapidamente ai cicli economici».

Il tutto senza effetti negativi sul lavoro tradizionale. Il 74% delle società che si rivolge alle agenzie private per l’occupazione non considera infatti l’assunzione di lavoratori a tempo indeterminato come alternativa al ricorso ai somministrati e il 62% sostiene che non avrebbe creato posti di lavoro senza lo staff leasing.
Il problema è che in Italia, oltre al peso ancora eccessivo dell’occupazione in nero, esistono ancora troppi vincoli normativi e troppe distorsioni nell’utilizzo dei contratti di lavoro. A partire dalle collaborazioni mono-committenti fino alle finte partite Iva. Quanto elle norme, la proposta di Vione è quella di superare il vincolo di causalità per i contratti di lavoro somministrato, che attualmente permette solo in alcuni casi specifici alle aziende di ricorrere al lavoro temporaneo. La sperimentazione effettuata con la Finanziaria 2010, che ha permesso di superare il vincolo per tutti i lavoratori provenienti dalle liste di mobilità, ha spiegato Vione, «ha permesso di offrire ad oltre 26mila persone nuove occasioni di lavoro». Il ministro del lavoro, Maurizio Sacconi, intervenuto al convegno, dopo aver rivendicato l’impegno del governo «per consentire alle agenzie di fare tutti i servizi per il lavoro, sia la somministrazione, sia il collocamento, sia il ricollocamento», ha proposto «un avviso comune tra le parti» per affrontare la questione dei vincoli.
Vione è convinto che anche il sindacato sia pronto a sostenere la riforma. Del resto, ha spiegato, «quando finisce un contratto a tempo determinato il lavoratore è senza rete, quando finisce il contratto di somministrazione avrà invece la possibilità di accedere a nuove opportuinità».

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