domenica 27 novembre 2011

Passera riesce (non si sa come) a far pagare Marchionne

Non si sa bene come, ma ce l’ha fatta. Corrado Passera è riuscito a chiudere in zona Cesarini la complicata vertenza su Termini Imerese. Al termine del lunghissimo vertice straordinario convocato in tutta fretta dal neo ministro dello Sviluppo economico, i sindacati sono usciti visibilmente soddisfatti con l’accordo in mano e quattro anni di incentivi alla mobilità per 640 lavoratori. Un risultato che ha convinto persino la Fiom a deporre le armi e a firmare l’intesa. Difficile dire cosa abbia messo sul piatto l’ex banchiere. Di sicuro l’accelerazione della Fiat sulla chiusura degli impianti ha avuto il suo peso nella trattativa. Così come l’approssimarsi della data del 31 dicembre, che avrebbe segnato la fine del trattamento di cassa integrazione per i lavoratori. Ed è ovvio che l’incontro di ieri è arrivato al termine da una serie di trattative serrate che l’ex ministro Paolo Romani stava portando avanti da più di un anno. Ma l’esito del tavolo, considerate le premesse degli ultimi giorni, sembra comunque un mezzo miracolo.


Vincitori e vinti
I sindacati hanno infatti rinunciato a qualcosina sul piano economico per i singoli lavoratori, ma sono riusciti a portare a casa un sostegno alla mobilità per un numero di dipendenti quasi doppio rispetto ai 300-350 su cui aveva puntato i piedi fino a ieri il Lingotto. L’immediata chiusura del presidio davanti agli impianti e i festeggiamenti dei sindacati successivi alla chiusura dell’accordo, del resto, fanno capire chiaramente chi abbia vinto il duello. Il dietrologo Antonio Di Pietro si è subito chiesto quali siano «gli inconfessabili scambi» avvenuti tra Passera e Sergio Marchionne. Più probabilmente per la Fiat si è trattato di partire con il piede giusto con il nuovo governo. Le polemiche successive all’annuncio della disdetta dei contratti, infatti, hanno fatto capire che il centrosinistra, pur nelle sue imbarazzanti oscillazioni, potrebbe rappresentare un elemento di disturbo per le prossime mosse del Lingotto. Mosse che riguardano non solo la difficile gestione del rapporto con le rappresentanze sindacali, ma anche il rispetto delle nuove normative in materia di lavoro e, non ultimi, i numerosi tavoli di crisi ancora aperti al ministero dello Sviluppo che riguardano società del gruppo. Su tutti questi elementi, Passera potrebbe aver promesso una collaborazione costruttiva in luogo di una contrapposizione severa da cui Marchionne avrebbe tutto da perdere.

Primo successo
Dal lato del governo, il successo su Termini permette al ministro di appuntarsi sul petto la prima mostrina guadagnata concretamente sul campo dopo giorni di polemiche sui suoi conflitti di interesse e sulla lentezza con cui l’esecutivo Monti sta rispondendo alle urgenze della crisi. E, dettaglio da non sottovalutare per i problemi interni al centrosinistra, permette anche di incassare l’apprezzamento del leader di Sel, Nichi Vendola, secondo cui ad ostacolare la trattativa, fino ad ora, era stato l’ex ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, più oltranzista di Marchionne. Nel dettaglio, l’accordo per la mobilità a Termini Imerese riguarda 640 lavoratori che potranno essere così accompagnati verso la pensione. La cifra prevista è di 460 euro per 48 mensilità, oltre alle provvidenze previste per norma. Il costo totale complessivo per la Fiat si aggira intorno ai 21,5 milioni. Questa la sequenza (fascia unica operi e impiegati) dei pagamenti: 4.445 euro primo anno, 10.366 secondo, 16.287 terzo, 22.208 il quarto.

Incentivi per 4 anni
Il tutto senza contare il costo del mancato preavviso, il premio fedeltà e le imposte. La mobilità parte il primo gennaio 2012. Le somme offerte dalla Fiat sono un po’ inferiori a quelle richieste dai sindacati, che puntavano a strappare dai 25 ai 30mila euro rispetto ai 22.208 ottenuti. Ma, come ammette Bruno Vitali della Fim Cisl, «sono state accolte il 70% delle nostre richieste».L’intesa, raggiunta anche con il contributo dell’ad di Invitalia, Massimo Arcuri, advisor del ministero, consentirà ora la conclusione del negoziato con la Dr Motor di Massimo Di Risio, che rileverà gli stabilimenti e, a fronte anche di circa 400 milioni di stanziamenti pubblici, si impegnerà a riassumere il resto dei 1.600 lavoratori attualmente assunti a Termini. Il prossimo appuntamento è fissato per il primo dicembre, sempre al ministero dello Sviluppo, ma la trattativa con Di Risio non dovrebbe riservare eccessive sorprese.

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