martedì 24 gennaio 2012

Galassi: "Dalle liberalizzazioni essun aiuto alle pmi in crisi"

«Se non paghiamo le tasse il fisco ci sequestra l’azienda, se lo Stato non ci paga le forniture possiamo sequestrare una scuola?». È una provocazione, quella di Paolo Galassi, ma fino a un certo punto. Dietro c’è tutta l’esasperazione delle piccole e medie imprese, che si sono viste passare davanti l’ennesimo treno ricco di promesse senza trovarsi nulla per le mani. «Non è con i taxi o con le farmacie che si cambia l’Italia», spiega il presidente di Confapi, che malgrado dia voce ad oltre 60mila Pmi è stato lasciato fuori dalla porta dagli incontri tra governo e parti sociali per la riforma del lavoro. «Venerdì abbiamo incontrato il ministro Fornero e ci aveva assicurato la convocazione. Poi non abbiamo saputo più nulla».

Forse sanno che per le Pmi non è stato fatto molto e non vogliono sentirselo dire?
Questo lo ha detto lei. Ma non la contraddico.
Le liberalizzazioni, però, sono arrivate...
Le liberalizzazioni vere aiutano il pil a crescere. Pensiamo che scontare l’aspirina di alcuni centesimi sia una soluzione ai problemi del Paese?
E dove si doveva intervenire?
Nei prossimi mesi 3 Pmi su 10 dovranno tagliare ancora i dipendenti. In questa fase bisogna tutelare i posti di lavoro e la garanzia del reddito.
In che modo?
Banche, assicurazioni, energia. Ecco cosa sta soffocando le imprese con costi assolutamente abnormi rispetto alle medie europee.
Monti sostiene che sul fronte fiscale nella manovra le imprese sono state tutelate...
Di vantaggi non ne vedo. Tra tasse indirette e dirette versiamo il 65-67% del fatturato al fisco. Il 10% lo paghiamo alle banche di interessi sui prestiti, il resto si spende in energia, costo del lavoro e manodopera per gli adempimenti burocratici.

© Libero