domenica 15 gennaio 2012

Londra batte moneta e si salva dalla scure di S&P

Altro che moneta unica, freni alla Banca centrale, timori nel finanziare, seppure indirettamente, l’acquisto dei bond. In Europa c’è chi se la spassa facendo tutto il contrario. E ieri da Standard & Poor’s è arrivato pure il riconoscimento ufficiale. Uno dei pochi Paesi uscito indenne dalla scure dell’agenzia di rating (9 declassamenti su 17 di eurolandia) è stata infatti la Gran Bretagna, che essendo fuori dall’unione monetaria sta affrontando la crisi a suo modo: stampando moneta esattamente come fa la Federal reserve oltreoceano (e non può fare la Bce) e modulando il costo del denaro in base alle esigenze del Paese.

Proprio in questi giorni la Bank of England ha confermato che procederà a testa bassa nel programma di quantitative easing, che altro non è che l’immissione sul mercato di soldi nuovi di zecca utilizzati per sostenere la ripresa dell’economia e riacquistare titoli del debito pubblico. Non si tratta di bruscolini, ma di una cifra che si aggira sui 330 miliardi di euro che prima dell’estate potrebbe anche arrivare intorno ai 450 miliardi. Anche perché l’inflazione attesa nel 2012 dovrebbe passare dal 5% registrato a settembre 2011 dovrebbe passare ad un più tranquillizzante 2-3% che consentirebbe alla Banca centrale di aprire i rubinetti senza preoccupazioni.
La Gran Bretagna, insomma, sta facendo tutto quello che l’Italia non può fare ed Eurolandia neanche. Tutto quello che secondo la Germania distruggerebbe i principi costitutivi dell’Unione, violerebbe lo statuto della Bce, manderebbe a gambe all’aria l’intera economia continentale. Ed invece a gambe all’aria l’Europa ci sta finendo lo stesso, come ha dimostrato la raffica di declassamenti arrivata ieri da S&P. Con la beffa che secondo molti economisti a salvare la Gran Bretagna dal downgrade sono stati proprio gli interventi della banca centrale bitannica in favore del sistema finanziario e la flessibilità del tasso di cambio della sterlina.
Per molti aspetti, infatti, la situazione di bilancio del Regno Unito avrebbe dovuto portare un taglio del giudizio sul debito sovrano come avvenuto per la Francia, spiegano gli economisti. Ma i soldi arrivati dalla Bank of England hanno convinto S&P che la Gran Bretagna può farcela. Per l’Italia, che ieri si è beccata un doopio declassamento a BBB+, la beffa è ancora più amara. Finora, infatti, sembravano tutti concordi nel ritenere che la mancanza di aiuti pubblici alle nostre banche (solo 4,1 miliardi di tremonti bond) fosse un punto di forza dell’intero Paese. Ebbene, volete sapere quanti soldi sono piovuti dallo Stato britannico nelle sue banche? 1.148 miliardi di euro. Praticamente la metà del totale (2.356 miliardi) di aiuti pubblici europei alle banche private.

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