giovedì 26 gennaio 2012

Befera vuole aumentare i servizi ai contribuenti. La Cgil si oppone

È lastricata di buoni propositi la strada di Attilio Befera. La dichiarazione dei redditi dovrebbe essere più semplice, di «due paginette», spiega il direttore dell’Agenzia delle entrate intervenendo all’iniziativa del Sole24Ore “Telefisco”. Quanto ai soldi raccolti dalla lotta all’evasione, «bisogna ragionare» se si potrà «in futuro» destinare una quota dei proventi per abbassare la pressione e «recuperare un rapporto positivo tra fisco e contribuenti».

Tornando in Italia, nel 2012, Befera dice di aspettarsi novità positive dalle prossime misure sulla semplificazione che il governo sta mettendo a punto. Interventi su cui, a giudicare dalla furia regolatoria che ha caratterizzato le liberalizzazioni, è lecito non aspettarsi più di tanto. Per il resto, i soldi dell’evasione sono serviti e servono, secondo Befera a «salvare il Paese». Perché se l’Italia è sull’orlo del baratro «è anche colpa dei 120 miliardi sottratti al fisco», un tema che per tanti hanno «non è stato messo al centro dell’attenzione». In altre parole, prosegue la lotta senza quartiere, anche perché, assicura Befera, «il consenso si sta modificando» non più verso i furbetti, «ma verso chi li fa pagare». A poco serve ricordare, come ha fatto il presidente dei commercialisti, Claudio Siciliotti, che «il rigore a senso unico sulle entrate» non favorirà la crescita, e che l’unica strada è quella di abbassare la pressione fiscale con i tagli alla spesa.

La notizia più incredibile è però quella che arriva dagli uffici dell’Agenzia delle Entrate, dove in questi giorni si è discusso sulla sperimentazione a Roma del nuovo orario di apertura degli sportelli nelle grandi città per offrire più servizi ai contribuenti. Per una volta che Befera ha pensato più ai cittadini che agli evasori a mettersi di traverso ci ha pensato la Cgil, unico sindacato a non firmare l’accordo sui nuovi turni di lavoro dei dipendenti. Volete sapere la motivazione ufficiale? «In un contesto economico», si legge nei verbali, «come quello che il nostro Paese sta attraversando, la discutibile scelta di distogliere risorse dal contrasto all’evasione fiscale, per impegnarle nei servizi al contribuente, non risulta collocata in un’ottica di medio-lungo termine, ma concentrata su un’imprudente operazione di immagine in stile qui ed ora». Ce ne fossero di spot così. Forse il “consenso” di cui parla Befera si sposterebbe davvero.

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