giovedì 19 gennaio 2012

L'Agcom ammette: l'Italia resterà fuori dall'agenda digitale

Dire che l'Italia è in ritardo sarebbe poco. Gli obiettivi dell'agenda digitale Ue prevedono entro il 2020 una copertura con la banda ultralarga (connessione internet a 100 Mbps) per almeno il 50% della popolazione. Volete sapere a che punto siamo? Secondo i dati snocciolati ieri da Corrado Calabrò durante un'audizione alla Camera la copertura territoriale è al 10%, con 2,5 milioni di edifici raggiunti dalla fibra ottica, ma gli accessi sono solo 300mila, ovvero lo 0,6% della popolazione. Il bello è che malgrado i grandi annunci di tutti gli operatori telefonici, gli attuali utenti, ha spiegato il presidente dell'Agcom, «rappresentano un dato che non varia da 4 anni».

Insomma, a zero siamo e, forse, a zero resteremo. Grandi accelerazioni all'orizzonte non se ne vedono affatto. Anche perché le compagnie hanno appena sborsato oltre 4 miliardi per le frequenze della banda larga mobile ed è lì (sui servizi Lte) che investiranno nei prossimi anni per intercettare il ricco e in forte crescita mercato di tablet e smartphone. È forse per questo che Calabrò ha tentato nelle nuove regole per la Ngn emanate l'11 gennaio (solo ieri è stata pubblicata la delibera) di non creare troppi problemi a Telecom, l'unico soggetto forse in grado di sostenere investimenti sulla rete di nuova generazione, non imponendo obblighi di unbundling fisco della rete (come chiedeva invece Bruxelles). Il presidente dell'Agcom si è giustificato sostenendo che la scelta di consentire l'accesso ai concorrenti attraverso altri strumenti (più onerosi e meno competitivi) è stato dettato dal fatto che Telecom si sta orientando verso uno sviluppo della rete (Gpon) che non consente la disaggregazione fisica della stessa. Motivazione curiosa visto che i cavi in fibra in Italia sono ancora così pochi e praticamente tutti da realizzare. Il rischio è che in questo modo l'authority abbia scoraggiato gli investimenti degli operatori alternativi e permesso all'ex monopolista di spremere fino all'ultimo le potenzialità di business legate alla vecchia rete in rame su cui siamo costretti a far viaggiare i nostri dati.
© Libero